Se Paolo Brinis e Daniele Gaudioso, ispiratori del Panetthon fossero la strega cattiva di Biancaneve, il panettone più buono avrebbe forse la forma di una pizza. Ma la favola andata in scena l’altra sera all’Exforo di Prato della Valle ha un lieto fine senza il bisogno di scomodare il principe azzurro, che nel caso sarebbe lo chef stellato Piergiorgio Siviero di Lazzaro 1915. Ma andiamo con ordine: Brinis e Gaudioso da anni, circa 10, covid più covid meno, organizzano una competizione tra i migliori panettoni del Veneto: ne arrivano una trentina dai quattro angoli dell’ex territorio della Serenissima e i due giornalisti ne selezionano una dozzina, li tagliano e li danno ai giurati che esprimono un giudizio. Quest’anno a vincere sono stati i maestri pasticceri che però non hanno una pasticceria, bensì un bar pizzeria a Sant’Urbano: nella foto al centro Massimo Quaglia di Panequaglia di Sant’Urbano, secondo posto per Luca Scandaletti de Le Sablon la pasticceria dell’Arcella e terzi i ragazzi di Milady a Marghera. In giuria Pergiorgio Siviero, Lorenzo Cogo, Angelo Sabbadin, Annamaria Pellegrino oltre ovviamente a Daniele Gaudioso. L’iniziativa serve anche e soprattutto per raccogliere fondi per una Onlus, Amici di Adamitullo onlus che in Etiopia garantisce il sostegno alle attività di un gruppo di persone per bene che portano acqua e pace dove c’era solo disperazione prima del loro arrivo.
Pare che i panettoni non consumati poi finiscano a fare da ingrediente per il gelato da Bepi, o almeno succedeva così fino a qualche anno fa. Mi pare una bella storia. Persino i giornalisti, con l’avvicinarsi delle feste, fanno del bene. Se non è un miracolo questo!
Alberto Gottardo, uno a cui se Daniele Gaudioso mandava uno straccio di comunicato stampa, questo articolo lo scriveva meglio