“Grazie. Ero triste e mi avete rallegrato la domenica”. Lo ha detto Papa Francesco ai detenuti di Padova, invitati a Santa Marta, dimora del Papa, in un fuori programma che ha reso ancora più indimenticabile la “missione” padovana dei carcerati padovani che per un giorno sono stati pellegrini a San Pietro. E’ stato il coronamento di una settimana straordinaria per i detenuti che lavorano nelle cooperative di Officina Giotto, la serie di esperienze che in carcere producono panettoni, cartotecnica, servizi per l’esterno, come il call center per le prenotazioni delle visite ospedaliere e ancora biciclette, valigie, guardando il lato materiale della faccenda. Ma nel carcere di Padova soprattutto si produce una umanità nuova. E questo lo ha capito da tempo anche l’Italia che conta visto che l’esperienza padovana è diventata un modello a livello nazionale e che in pochi giorni a toccare con mano il piccolo grande miracolo quotidiano di via Due Palazzi sono arrivati il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e il segretario di Stato di Sua Santità cardinal Pietro Parolin* (mi viene fatto notare, giustamente, come la visita del segretario di Stato monsignor Parolin sia avvenuta a titolo personale e non sia stato dato volutamente risalto all’avvenimento appunto perchè si trattava di un evento da ricondurre alla sfera privata del cardinale e non alla sua attività pastorale e diplomatica). Oggi si è celebrata a Roma la giornata del Giubileo dei carcerati. Papa Francesco aveva avuto parole molto chiare parlando di “ipocrisia per chi vede per voi solo il carcere” aveva detto durante la messa. E tra i mille detenuti che hanno partecipato alla cerimonia religiosa, il gruppetto padovano è stato convocato a tu per tu con il successore di San Pietro.
“E’ una cosa che ci lascia senza parole e senza fiato” ha commentato Nicola Boscoletto, raggiunto al telefono mentre rientrava in treno a Padova assieme a don Marco Pozza, parroco del carcere. E proprio don Marco racconta con qualche parola in più ma con eguale stupore quanto avvenuto a Santa Marta.
“Ero stato ospite stamattina della trasmissione di Rai Uno e lì ho parlato di carcere e dell’esperienza di Padova. Dopo ciò abbiamo ricevuto l’invito ad andare a partecipare a un momento di preghiera a Santa Marta. Quello che non potevamo aspettarci era di incontrare Sua Santità – spiega don Marco Pozza – che ci ha stupiti una volta ancora con la sua semplicità. Con un “mi avete rallegrato il pomeriggio” che ci fa girare la testa. Con una mezz’ora di ascolto più che di parole. E’ stato un regalo che il Santo Padre ha fatto ai nostri detenuti, ai nostri ergastolani, a cui ha regalato le coroncine del rosario, con cui si è lasciato fare una foto. Ci ha dimostrato una grande vicinanza umana, spirituale. Una esperienza grande per noi tutti”.
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