Inaugurato oggi l’ampliamento a 51mila metri quadrati del Parco d’Europa. Un’oasi di verde riconquistato in quella che è stata nel dopoguerra la prima zona industriale di Padova. Un cuore verde al centro di un quartiere, il Pescarotto, che fino a qualche anno fa era visto come un quartiere degradato ma che, dopo la chiusura del complesso di appartamenti di via Anelli, ritorna a vivere in maniera diversa la sua dimensione di quartiere periferico.
“Abbiamo immaginato negli anni – spiega il sindaco reggente Ivo Rossi – che che questo parco possa essere il centro del campus che si dipana lungo il Piovego, grazie al ponte ciclopedonale ed alla nuova pista che chiameremo della “cicloscienza” perchè pedalata ogni giorno da migliaia di universitari. Siamo in una periferia il quartiere Pescarotto, che era un quartiere che sembrava abbandonato, e che ora attorno a questo parco, con la serra che gli dà una identità forte, può rinascere. I quartieri periferici di Padova rischiano di essere privi di forma: attraverso interventi urbanistici come questo invece le periferie possono diventare un luogo che esprime identità e quindi migliore qualità urbana. Il parco d’Europa con il dialogo tra la serra delle piante succulente e il Fiore di Botta dove da ottobre studieranno 4000 universitari, è un luogo moderno e bello contemporaneamente: nella sala che affaccia sul giardino d’inverno mi piacerebbe che presto si iniziassero a celebrare matrimoni.Questa città negli ultimi anni è passata da 204 ettari a 420 ettari di verde pubblico destinato a parco. Opere come questa raccontano di una Padova che sa immaginarsi una città di livello europeo, che ha nell’università un asset importante che la caratterizza e che fa della qualità urbana con più verde e mobilità sostenibile una sua qualità vincente”.