“Nè i medici nè i giudici hanno il potere di bloccare le volontà di una persona sul fine vit: io ci ho messo 15 anni e 9 mesi per vedere rispettata la volontà di Eluana dalla corte suprema, ma si può agire in tempo reale. Stiamo valutando la fattibilità di una proposta operativa in caso di incapacità di intendere e volere. Il clima culturale è cambiato, l’opinione pubblica è informata, quindi ci sono le condizioni per far sì che una persona che non è più in grado di disporre di sè veda rispettate le sue volontà”. Lo ha detto Peppino Englaro intervenuto all’incontro “Ecce homo, umanizzazione e deumanizzazione nel dolore del morire” organizzato dall’università di Padova al centro culturale San Gaetano.
“Credo che l’opinione pubblica bene informata sia la nostra corte suprema- ha aggiunto Englaro – e l’opinione pubblica deve sapere che esite un modo per evitare di aspettare oltre 15 anni per avere il diritto ad una morte dignitosa. Sto mettendo a punto assieme a degli avvocati di poter far valere le proprie ragioni immediatamente: basta che la persona che non vuole essere sottoposta ad accanimento terapeutico vada da un notaio e si faccia rilasciare una dichiarazione autenticata che poi possa essere esibita dall’amministratore di sostegno nel momento in cui le condizioni di vita lo richiederanno. Questa procedura, a nostro avviso evita le lungaggini della magistratura e permette una fine dignitosa. Certo non è una cosa facile da realizzarsi, ma per il momento è l’unica via”. Qui il video in cui parla Peppino Englaro
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