Bloccare la fonte dell’inquinamento. Bloccarla una volta per tutte. Poi si potranno fare tutte le verifiche del caso per capire cosa è successo davvero in Veneto negli ultimi anni: a chiederlo sono i parlamentari, i consiglieri regionali e quelli comunali del Movimento 5 Stelle del Veneto in seguito alla decisione della commissione tecnica regionale, che vuole l’avvio del procedimento di sospensione di tutti gli impianti di Miteni.
“Bisogna chiudere quel rubinetto una volta per tutte – dicono gli esponenti veneti del Movimento 5 Stelle – stiamo parlando di una fonte inquinante del passato, con i Btf e i Pfas, e del presente, dato che GenX è comparso di recente nella lista degli inquinanti riscontrati sotto la Miteni”.
“Questa fonte inquinante deve essere chiusa una volta per tutte – ribadiscono i 5 Stelle veneti – una volta fatto questo primo passo si procederà per capire chi, come e perché ha permesso tutto questo. Il ministro Costa l’ha detto solo poche ore fa: chi inquina deve lasciare il territorio perché dimostra di non armarlo. Se vogliamo salvare la nostra bellissima regione dobbiamo applicare i principi del daspo ambientale. Ora siamo pronti a interessare anche il Ministro della Giustizia per portare alla sua attenzione questa incredibile situazione”.
Parlamentari e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle sollevano infine forti perplessità sulle verifiche in contraddittorio di cui parla la Regione nella sua comunicazione odierna sul caso Miteni: “Contraddittorio significa che tutte le analisi e i campioni effettuati sono utilizzabili come prova anche dalla Procura – ricordano i pentastellati – questo significa forse che i precedenti controlli non lo erano? Se così fosse si configurerebbe una situazione davvero gravissima, anche su questo punto vogliamo tutta la verità”.