Dall’ex sindaco Ivo Rossi riceviamo e pubblichiamo una analisi sugli scontri dialettici a mezzo stampa tra le parti coinvolte dal prolungamento della Ztl oltre gli orari attuali.
“Quello dei commercianti, che in questi mesi – dal tram alla ZTL – hanno fatto sentire la loro protesta, è un grido di dolore che sarebbe imperdonabile minimizzare, così come sarebbe miope limitarsi a guardare al dito indicante la ZTL, anziché alla luna delle trasformazioni in atto nel commercio, vera causa generatrice della loro sofferenza.
E’ evidente da una molteplicità di manifestazioni, comprese queste ultime levate di scudi, che siamo di fronte a una categoria legittimamente impaurita, che assiste impotente e quasi con sgomento alla trasformazione del commercio, che minaccia la fonte della propria vita futura e del reddito familiare. In questo senso la zona a traffico limitato, con l’estensione dalle 20 alle 24, di per sé nulla c’entra, , tanto più se pensiamo che i negozi chiudono alle 19,30.
Così come la presenza di auto in sosta vietata nell’area monumentale o negli spazi dedicati ai residenti, dovrebbe essere considerata una misura di scarsa civiltà anziché un colpo alle attività, perché il vero pericolo, che ad opera di tutti noi consumatori sta svuotando i nostri piccoli negozi, e l’ecommerce destinato a diventare, quando non lo è già, la modalità di acquisto abituale per milioni di cittadini.
Ce lo testimoniano in questi giorni le cronache con le vicende legate alla chiusura di una nota catena di negozi di elettrodomestici e delle centinaia di licenziamenti. Chiusura che ricorda un fornitissimo negozio che esisteva fino a qualche anno fa in corso Milano, e che progressivamente, non a causa di una inesistente misura legata al traffico, è stato sostituito da quella ed altre catene, esse stesse oggi in crisi a causa dell’ecommerce, degli acquisti su Amazon, che stanno cambiando il volto del commercio e con questo, quello delle nostre città.
Si tratta di un processo, che oggi avvertiamo come probabilmente irreversibile. Chiunque abbia a cuore l’equilibrio del tessuto sociale di una comunità, dovrebbe cercare di governare, di accompagnare queste trasformazioni anziché subirle, individuando strumenti innovativi, anche sul piano delle formazione continua che, lo dico con rispetto, mi pare poco abbiamo a che fare con mercatini e manifestazioni (peraltro riguardanti un’unica zona). Bancarelle che rischiano di apparire come delle cure palliative, per carità forse utili ad attenuare temporaneamente il dolore, ma non ad affrontare la malattia“. (clicca qui per continuare a leggere)