Ringrazio i segretari di CGIL CISL e UIL per aver scelto questo parco dimostrando grande capacità di innovazione anche nella scelta dei luoghi, quella innovazione a cui tutti siamo chiamati per affrontare le sfide del presente, nel lavoro come in moltissimi ambiti della nostra dimensione pubblica.
Questo è un parco speciale per due motivi. E’ dedicato all’Europa, un’istituzione che in questi mesi viene messa in discussione da chi di fronte alla crisi in atto pensa ad un ritorno ai vecchi stati nazionali, quando non alimenta spinte separatiste.
Questo luogo poi è speciale perché, dove oggi vediamo alberi che crescono rigogliosi sui prati, c’erano i capannoni della Snia Viscosa. Qui a fianco per anni si sono costruiti milioni di biciclette marcate Rizzato.
Ricordo anche come poco lontano sorgessero le imponenti officine meccaniche della Stanga. Potremmo quasi dire che la storia del movimento operaio padovano si è formata qui e qui è cresciuta, anche con il tributo degli operai caduti durante la Resistenza, di cui una targa apposta all’ingresso ricorda il sacrificio.
Guardandoci attorno sembra quasi impossibile che a Padova potesse esserci, a un chilometro dalla Cappella degli Scrovegni, una fabbrica dove gli operai erano chiamati a lavorare in condizioni ambientali difficilissime, sia per loro che per gli abitanti di questo quartiere. Questo luogo ci racconta l’evoluzione della città, le sue trasformazioni e con esse, quelle del lavoro.
La “festa dei lavoratori”, così come continuiamo a chiamare questo nostro appuntamento, è purtroppo in stridente contrasto con una realtà per certi aspetti drammatica, segnata da una disoccupazione pari a oltre il 12,7%, che non accenna a diminuire. Con quella giovanile che ha raggiunto la quota insopportabile del 42,7% e in presenza di molti giovani che hanno abbandonato il nostro Paese e la nostra città in cerca di lavoro altrove.
Il lavoro è oggi la vera priorità del Paese. Lo è anche per la nostra città. Possiamo davvero dire che la prima sicurezza che ci viene richiesta è quella dell’occupazione, condizione essenziale per progettare il futuro dei giovani, delle famiglie, della comunità.
L’occupazione, il sostegno al reddito e la riduzione della pressione fiscale per lavoratori ed imprese sono oggi al centro dell’impegno del Governo. Un impegno che molti cittadini, anche a Padova, guardano con speranza. Importanti provvedimenti che riguardano milioni di cittadini ed imprese hanno l’obiettivo di accelerare la ripresa economica e rilanciare lo sviluppo. Con l’unico obiettivo di mettere il sistema dell’economia e delle imprese nelle condizioni di generare nuovo lavoro. Anche l’intervento sulle regole del lavoro – cosi’ importanti e cruciali nel nostro Paese e che e’ in questi giorni all’attenzione del Parlamento va in questa direzione: la stabilita’ lavorativa deve essere privilegiata rispetto ad una precarieta’ che non offre futuro. Lo ripeto, un lavoro stabile e’ la prima sicurezza.
Sappiamo bene che non è sufficiente invocare un diritto. Dobbiamo lavorare per creare le condizioni per il rilancio del Paese, della sua competitività per una diversa distribuzione del reddito, sapendo, come ci ha ricordato lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in occasione di un primo maggio di due anni fa, che: “E’ sbagliato arroccarsi su conquiste del passato, si devono riformulare le proprie ragioni”.
La prolungata crisi economica, con il suo carico di sofferenze delle fasce più deboli della popolazione richiede strumenti nuovi per affrontare le mutate condizioni imposte dai mercati internazionali, condizioni che hanno finito per cambiare in profondità la vita delle imprese e degli stessi lavoratori.
Oggi non festeggiamo solamente il lavoro ed i lavoratori. Il 1 maggio 2014 e’ una data importante per il nostro Paese perche’ da oggi entra in vigore il programma europeo Garanzia Giovani. Si tratta di una grande opportunita’ per centinaia di migliaia di giovani in Italia. E per tanti giovani padovani. Grazie all’impegno del precedente Governo e dell’attuale, l’Italia puo’ contare su 1,5 miliardi di euro, nel biennio 2014-2015, per garantire, ai giovani tra i 15 ed i 29 anni, attualmente disoccupati o che non studiano una offerta «qualitativamente valida» di lavoro, di istruzione, di apprendistato o tirocinio, di autoimprenditorialità o servizio civile entro quattro mesi dal termine dell’ultimo contratto o del percorso formativo. Si tratta di un grande sforzo per tutto il sistema. Che avra’ benefici effetti anche nella nostra citta’ e nel suo tessuto sociale. Anche a Padova dovremo accettare questa sfida ed e’ proprio per questo che mi appello a quanti imprese, sindacati, politici, operatori del mondo dell’impiego, agenzie di lavoro, ma anche agenzie scolastiche ed educative affinche’ ciascuno faccia la propria parte. Per offrire ai nostri giovani opportunita’ di crescita grazie al programma europeo Garanzia Giovani.
Siamo di fronte a sfide inedite, che talvolta ci obbligano a ripensare a strumenti tradizionali e anche il ruolo delle amministrazioni pubbliche. In quest’ultimo anno, per dare una risposta parziale alla crescente disoccupazione, assieme alla Caritas e alla Fondazione Cassa di Risparmio, abbiamo dato vita a nuovi strumenti di welfare che ci hanno consentito di dare sollievo a circa 450 persone. Ma il lavoro che dovrà essere fatto, consapevoli che un ruolo chiave è affidato al governo e al parlamento, è quello di creare le nostre condizioni per agganciare la ripresa. Ovvero lavorare sul contributo che possiamo dare noi, con le nostre azioni.
Immaginare che nei prossimi anni possa essere recuperato o creato qualche migliaio di posti di lavoro è un obiettivo alla portata della nostra città. Dobbiamo costruire nuove traiettorie che alimentino opportunità per i giovani, per chi cerca e per chi ha perso il lavoro. I soggetti pubblici, in primo luogo il Comune, saranno chiamati a svolgere un ruolo di stimolatori, di facilitatori e di regia, rendendo la nostra città più attrattiva per gli investimenti di imprese e di capitali, ma anche per le nuove famiglie.
Sono convinto che Padova abbia energie straordinarie, che sono fatte di risorse date da un settore manifatturiero di qualità che ha saputo rinnovarsi, di una logistica fra le più strutturate d’Italia, di una bellezza in grado di alimentare un’economia turistica di rilievo, ma soprattuto di un’industria dei saperi e della conoscenza, che forma i nuovi talenti che molti ci invidiano.
Siamo sempre più consapevoli che le città che avranno più chance nel futuro saranno quelle che più sapranno investire sulla conoscenza, sui propri giovani. Le famose “tre T” che faranno la differenza tra una città di successo ed una destinata alla ruggine e al declino, saranno fatte di Tecnologia, Talento e Tolleranza, tre qualità che la nostra città possiede e che non vanno gettate al vento, come chi propone chiusure in se stessi dettate dalla paura del futuro.
Proprio qui alle mie spalle, a dimostrazione che questa traiettoria è tenacemente perseguita dalla nostra Università, tra 5 mesi studieranno quattromila giovani aspiranti dottori e ricercatori del polo biomedicale.
Sono convinto che l’Università sia un asset fondamentale per continuare a produrre ricchezza attraverso l’insediamento a Padova di aziende che creino posti di lavoro ad alto valore aggiunto, ad alto contenuto di conoscenza.
La sfida dell’amministrazione della città nei prossimi anni sarà quella di facilitare e promuovere sempre di più il trasferimento dell’innovazione e della creatività dal mondo dell’accademia a quello dell’industria.
Per questo immagino che sia fondamentale l’unione di tutte le istituzioni verso questo obiettivo: fare di Padova una città delle opportunità, dove sia più facile che altrove, più conveniente che altrove far mettere radici profonde ai talenti.
Padova sarà all’altezza del proprio prospero passato se saprà evitare la tentazione di chiudersi in se stessa, di credere e cedere alle facili scorciatoie, di credere che si possa evitare di fare i conti con quanto accade fuori dalle nostre mura.
Insieme con voi, tutti insieme queste sfide saremo in grado di affrontarle e di vincerle. Dobbiamo farlo perché il futuro è qui e non altrove.
Buon primo maggio a tutti.
Ivo Rossi
Primo maggio 2014
Parco d’Europa