L’assessore Gallani esce Lunedì 15 Luglio annunciando un piano di gestione delle alberature che viene preannunciato come condiviso e compartecipato. Il vero documento di 88 pagine però è stato spedito alle associazioni solo il 17 Luglio alle 17:45 anticipando che Lunedì 22 Luglio sarebbe stato discusso con le associazioni ambientaliste per eventuali modifiche. Sono stati dati solo 2 gg lavorativi per leggerlo e valutarlo, in un periodo in cui molte persone sono in ferie, è evidente dall’operazione che le possibilità di modifiche sono minime. Il documento porta la sigla della Versione 34, quindi è stato preparato da almeno un anno senza coinvolgere le associazioni cittadine. Per dirsi partecipato, avrebbe richiesto un minimo di 4-5 incontri ben scaglionati e concordati con i portatori di interessi. Rifiutiamo categoricamente di sottostare a queste procedure di pseudo-partecipazione al progetto e quindi eviteremo di legittimarla con la nostra presenza Lunedì 22 pomeriggio.
Il Piano di Gestione Alberature formalmente appare a un non esperto come un progetto ben strutturato e organizzato. In realtà, guardando la sostanza, l’unico aspetto positivo è il primo censimento degli alberi dopo tanti anni. Qui tratteremo solo tre punti critici dei molti che abbiamo individuato analizzandolo punto per punto.
1) il piano di gestione delle alberature è molto anomalo, perché dovrebbe esistere all’interno di un Piano del Verde Urbano (comprensivo di un regolamento a protezione del verde) che è presente in molte città italiane (si veda: Torino, Milano, Reggio Emilia, etc.) e che inspiegabilmente tuttora manca a Padova. Questo addendum è evidente che è fatto ad arte per non far luce e legittimare una gestione controversa e scadente di questa amministrazione poco trasparente, con il beneplacito di un ufficio tecnico disorganizzato e in difficoltà. Molti i punti contraddittori, le ripetizioni volute di alcuni concetti, a motivare il prossimo abbattimento di migliaia di alberi, per giustificare una strage annunciata. Tutto condito con grandi proclami, quando le linee guida di una perfetta buona pratica erano già disponibili nello strumento Regionale del Capitolato delle Opere a verde del 2014.
2) nel piano vengono menzionate alcune buone pratiche arboricole che noi abbiamo ripetutamente richiesto all’assessore Gallani due anni fa, che non ha mai messo in pratica fino ad oggi e durante la lunga stesura del piano (ad es., adacquamenti giovani alberi; già due anni fa avevamo fotografato in un dossier 250 alberi morti per mancanza acqua, ad oggi sono molti di più). La ricostituzione del Settore Verde con gli stessi funzionari nello stesso ruolo non cambierà granché dell’attuale pessima gestione. Nel 2017 avevamo detto anche questo.
3) il piano arriva a definire un numero di nuovi impianti tra 900 e 1400 alberi/anno. Ma questi comprendono molti alberi che andranno a sostituire quelli vetusti/a rischio, stimati in 4931 unità, e che comprendono soprattutto quelli grandi, in classe C valutati non scientificamente. Quindi, di fatto, gli alberi in più rispetto agli attuali saranno molto meno, è possibile che se i 4931 verranno sostituiti nei tre anni di governo che mancano, non ci sarà nessun aumento del numero di alberi. L’analisi ecologica è gravemente sbagliata perché si ragiona sempre considerando un grande albero maturo equivalente a un albero giovane e di minor grandezza (attualmente, come nel piano, vengono scelti alberi di classe dimensionale minore). Dal punto di vista ecologico conta la biomassa dell’albero: un grande platano di 70 anni (che non è vetusto come vuole il comune) sequestra CO2 e fornisce servizi ecologici ogni anno equivalenti a circa 30-50 alberi giovani di nuovo impianto, ma fornisce un’ombra e un rinfrescamento unici che questi ultimi non possono dare. Nell’analisi manca anche il fondamentale bilancio alberature (abbattuti/nuovi impianti) degli ultimi anni. Noi sappiamo che negli ultimi sei anni sono stati abbattuti oltre 5000 alberi per lo più di grandi dimensioni. A questi vanno aggiunti migliaia di alberi abbattuti sotto la Gallani e appartenenti alla vegetazione naturale delle aree verdi del comune (boschetti vari in piena città, vegetazione lungo la tangenziale e la ferrovia e in parte lungo gli argini). La Gallani ha ripiantato solo 550 alberi in due anni, ben lontano dai numeri del piano. Il bilancio ecologico degli ultimi anni quindi è molto negativo, la biomassa di alberi rimossa corrisponde prudenzialmente a oltre 18.000 tonnellate di CO2 in più immesse nell’atmosfera, senza parlare dell’aumento di temperatura ed effetto isola di calore. Anche piantando l’anno prossimo 20.000 giovani alberi, il bilancio nei successivi anni non verrebbe compensato, ce ne vorrebbero oltre 200.000.
In conclusione, dispiace confermare che la mancanza di competenze certificate in campo scientifico, ecologico e manageriale dell’assessore Gallani, arroccata su scelte sbagliate che non vuole correggere e condividere con i cittadini, a dimostrazione della sua grande debolezza, non ha consentito di creare un Piano per il verde e gli alberi che fosse condiviso e soprattutto che garantisse ai padovani un maggior benessere e un ambiente più sano e vivibile. Con queste premesse, questo piano e questi amministratori, procediamo come un treno lanciato a folle corsa verso il collasso ecologico (già in atto) di questa città.
Alessandro Angrilli – Portavoce del Comitato Difesa Alberi e Territorio
Nella foto diffusa dal prof Angrilli e tratta da Google street view :
Boschetto di pioppi distrutto all’Arcella nel Marzo 2019 senza spiegazione, a sx prima e a dx dopo l’intervento, sono poi stati aggiunti alcuni nuovi alberelli che piacciono tanto al Comune