“Credo che sia giunta l’ora che chi ha responsabilità politica faccia chiarezza circa la vicenda di Ecofficina e del suo presidente Simone Borile, presidente del consiglio di amministrazione del bacino di smaltimento dei rifiuti Padova Tre: un Consiglio di amministrazione che ha infarcito di “parenti eccellenti” l’azienda che ha accumulato oltre 30 milioni di euro di buco”.
Ad appellarsi ai parlamentari padovani perchè si scoperchi la pentola dell’accoglienza che ruota attorno a Ecofficina, è il presidente nazionale di Federcontribuenti Marco Paccagnella.
“Qualcuno dovrebbe chiedere al ministero dell’interno conto del potere crescente di Simone Borile, che è passato con disinvoltura dall’azienda che smaltisce rifiuti alla cooperativa che in Veneto si occupa di una grande mole di richiedenti asilo. Ecofficina è diventata una sorta di asso pigliatutto, fatturando direttamente e indirettamente un volume d’affari che stimiamo non inferiore a dieci milioni di euro. Ci chiediamo se dopo aver creato una voragine nei conti pubblici della bassa padovana, rischiando di far saltare il pareggio di bilancio di metà dei comuni che afferivano a quel consorzio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ora Borile sia diventato tutto d’un tratto un manager capace di far quadrare i conti. Non vorremmo che tra un paio d’anni la stessa situazione venuta alla luce si ripresentasse nel padovano e nel vicentino dove Borile attraverso la cooperativa continua a ricevere ingaggi diretti milionari dalle locali prefetture. Chiediamo che sulla vicenda venga chiesta al ministero dell’Interno una accurata istruttoria chiarendo ad esempio quali sono i compensi dell’ex presidente del Consiglio di amministrazione passato con disinvoltura dai rifiuti ai migranti, percepisce per la propria attività. Chiediamo inoltre se le prefetture abbiano chiesto alle cooperative il Durc, documento di regolarità contributiva, alle cooperative della “galassia” Borile, così come avviene a qualunque fornitore della pubblica amministrazione. Sarebbe davvero triste che, dopo le vicende di Mafia Capitale, si scoprisse che esiste un “mondo di mezzo” anche in Veneto, fatto di rifiuti, migranti, milioni di euro e personaggi con padrini politici neanche troppo occulti: basta guardare alle assunzioni fatte dal Consorzio dei rifiuti Padova Tre all’epoca della presidenza Borile per capire chi, nello stesso partito del ministro dell’Interno Angelino Alfano, ne protegge e forse promuove, le attività”.
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