“Fracassateli”. Un ordine chiaro e sincero che fa starnazzare gli ipocriti

 

“Fracassateli”. Urlato con una bestemmia rafforzattiva, vecchio difetto dei veneti. Quello di bestemmiare e di parlare chiaro. Io di un poliziotto che urla “fracassateli” mi fido di più che del capo della polizia. Perchè parla chiaro, racconta le cose per come sono. Davanti aveva un gruppo di professionisti dello scontro, che lanciavano contro ai suoi uomini petardi che feriranno un poliziotto squadrciandogli una gamba. Davanti aveva scudi con dietro i soliti professionisti della violenza politica.(clicca qui per leggere l’articolo del Mattino di Padova) Volevano fermare i binari di Padova. I figliocci dell’Autonomia operaia con la casa in montagna e il papi che li mantiene agli studi a tempo indeterminato, avrebbero mandato a monte appuntamenti di lavoro e di studio di migliaia di persone. A difendere il Veneto che lavora da quello che ama scimmiottare gli anni ’70 c’era un gruppetto di una ventina di poliziotti. Uno di loro gridava “fracassateli” bestemmiando. Credo di più a lui che ad una intera maggioranza di parlamentari in doppio petto che hanno creduto che Ruby fosse la nipote di Mubarak, che le mignotte le chiama escort e che il massacro di una intera generazione la chiama flessibilità. E’ quella stessa italia a cui i viziati figli in piazza in nome del finto ribellismo forniscono ai padri ricchi e potenti dei facili capri espiatori mediatici. Il vero ribelle è il poliziotto che urla “fracassateli”: fa il suo lavoro a colpi di bestemmie, chiama le cose con il loro nome, senza giri di parole, edulcorazioni e ipocrisie. Come la maggioranza del popolo italiano, quella che non finisce mai in tv e sui giornali

Alberto Gottardo