“La mia casa è la tua”. Sono sei storie di accoglienza, parlano di affidi famigliari. Raccontano com’è fatta l’accoglienza in una delle sue espressioni più grandi: una coppia che tratta un figlio non suo come se fosse suo. Lo educa, lo ama, lo fa studiare e divertire sapendo da subito che il rapporto che nascerà dal primo momento ha impressa una data di scadenza.
Sì perché dei 32mila bambini italiani allontanati dalle famiglie, 16.800 sono in affido familiare, 14mila vivono nelle strutture residenziali e soltanto una piccola parte è destinata all’adozione (in genere chi non ha più i genitori). “La mia casa è la tua” è un film-documentario che riporta sei testimonianze in presa diretta, senza voci narranti, senza commenti. Sono le coppie a raccontare cosa è cambiato nella loro vita e in quella dei loro figli quando è iniziata l’avventura dell’affido.
La pellicola verrà presentata domani alle 20.45 nella multisala PioX via Bonporti 22 zona Duomo, ingresso gratuito fino a esaurimento posti
Organizzano la serata il gruppo studentesco “Gran Torino”, in collaborazione con le Famiglie per l’accoglienza, il Forum Veneto delle Associazioni Familiari, con il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Padova e del Comune di Padova. Il documentario è stato girato dal regista e sceneggiatore bolognese Emmanuel Exitu, che il 6 maggio sarà presente nella Multisala padovana. Sono state coinvolte tutte le più significtive esperienze di accoglienza e affido.
Le coppie protagoniste fanno parte delle Famiglie per l’Accoglienza, associazione nata a Milano 28 anni fa, una rete che abbraccia 3.500 famiglie che hanno in comune il fatto di avere o avere avuto in affido un bambino. È presente in Italia e all’estero, Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Lituania, Romania, Brasile, Argentina e Cile. Ogni anno le famiglie dell’associazione accolgono in affido 70 minori.
Il film nasce per raccontare che “accogliere è bello e possibile”, anche se non sempre è facile. Le testimonianze sono un invito a condividere questa esperienza “come possibile per tutti”. Ci sono Antonio e Simona che, da sposati, decidono di prendere con loro la bambina che era stata affidata alla famiglia d’origine di Simona. Oggi la «bambina» ha 20 anni, vive ancora con Antonio e Simona insieme al loro figlio naturale di 13 anni. Ci sono Gioele e Rita che hanno accolto due fratelli, Simona di 8 anni e Fabrizio di 6. L’affido è durato 9 anni. Al loro arrivo in famiglia i due figli naturali della coppia avevano 27 e 24 anni. Oggi Fabrizio ha 22 anni, è tornato a vivere con Gioele e Rita dopo un periodo passato con il padre naturale. Simona vive invece con la madre naturale. Sullo schermo scorrono i momenti di vita quotidiana, si raccontano i piccoli screzi, le gelosie, i momenti di condivisione, i successi, le soddisfazioni.
Emmanuel Exitu è nato a Bologna, ma vive e lavora a Roma. Il nome d’arte viene dall’In exitu di Giovanni Testori del quale si dice figlio illegittimo. A Roma ci è finito per caso facendo quel che capita: dialoghista, adattatore, story editor, sceneggiatore per vari progetti tv, drammaturgo per il Teatro di Documenti fondato da Luciano Damiani, Luca Ronconi e Giuseppe Sinopoli. Dal suo primo romanzo, LA STELLA DEI RE (ed. Marietti), ha tratto la sceneggiatura per il film omonimo prodotto da Edwige Fenech e in onda su Rai Uno nel gennaio 2007 con 5 milioni di spettatori. Il suo primo documentario “GREATER – SCHIACCIARE L’AIDS” sul Meeting Point International fondato dall’infermiera Rose Busingye negli slum di Kampala in Uganda ha vinto l’Audience Award al New York Aids Film Festival del 2007 e il premio Babelgum, ricevuto a Cannes nel 2008 dalle mani di Spike Lee.