Quanta amarezza quando il finto disabile soffre davvero

 

Il Gazzettino di oggi (clicca qui per vedere il link) pubblica in apertura di pagina la notizia di una presunta falsa invalida. Peccato che in una nota che qui sotto riportiamo integralmente la Caritas diocesana chiarisca che la donna, piuttosto riconoscibile nelle foto pubblicate dal giornale, sia effettivamente affetta da disabilità fisica. Non credo che questo infortunio sia colpa del giornalista, Matteo Bernardini che mi onora della sua amicizia. Il fatto è che ad andare costantemente a caccia della strega di turno qualche volta ci si scotta.Succede spesso anche a me, che porto con un po’ di disinvoltura il peso di una gamba malandata. Da qualche anno ho il 55% di invalidità permanente riconosciuto dalla commissione medica. Sul cruscotto dell’auto ho il diritto ad esporre un distintivo che mi permette di parcheggiare piuttosto vicino ai luoghi che frequento per lavoro. Ogni tanto dai carabinieri o in altri luoghi qualcuno vedendomi scendere mi dice “guardi che è sul posto degli handicappati”. Io mi giro e spiego che “purtroppo lo sono”. E’ sempre un po’ umiliante. Mica per quel brutto termine “handicappato” che si usava alle medie per offendersi. Umilia per la stupidità della gente, che pensa che siamo tutti dei cialtroni. Umilia sentire la gente che si lamenta perchè ci sono “troppi posti auto per i disabili”. Sono cose che fanno male se uno lo è veramente. Lino Toffolo, che scherzando dice grandi verità, un giorno mi ha detto “è adesso che i veneti dimostrano di che pasta sono fatti, perchè quando te si puaretto puoi essere solo che buono”. Ecco forse secondo me oltre ai schèi ci sono cadute addosso anche arroganza e cattiveria verso i più deboli. E questo è un peccato. In tutti i sensi.

Alberto Gottardo

Qui di seguito la nota della Caritas.
In merito all’articolo pubblicato in data odierna, martedì 15 febbraio 2011, sul Gazzettino di Padova, a firma di Matteo Bernardini, pubblicato alle pagine IV e V, con richiamo in prima pagina, la Caritas diocesana di Padova esprime profondo disappunto e indignazione per l’informazione scorretta e fuorviante che va a colpire la dignità di una persona. E a tal riguardo chiede al quotidiano in oggetto una rettifica adeguata della notizia riguardante una donna – nome di fantasia “Hana” – definita una “falsa invalida”.

L’articolo, che titola “Invalida, ma cammina”, denota superficialità e ignoranza e “sbatte” in prima pagina come finta disabile, una donna che è nota e seguita dalla Caritas diocesana, così come da altri enti benefici, proprio per la sua condizione di disagio sociale e fisico. Caritas diocesana ha contribuito all’acquisto delle scarpe ortopediche citate nell’articolo, necessarie alla donna per poter fare solo pochi passi. La signora, infatti, è affetta da una malattia genetica muscolare con malformazioni a piedi e mani. Soffre di dolori alla schiena e alle articolazioni. Grazie alle scarpe ortopediche riesce a fare qualche passo e a muoversi per spostarsi dal luogo in cui vive e raggiungere la città in cerca di qualche spicciolo. Ma l’uso della carrozzina le è comunque necessario e il fatto che possa fare qualche passo senza l’ausilio ortopedico non esclude una disabilità reale. L’invalidità ha molte forme e prima di scrivere sarebbe opportuno informarsi adeguatamente e non fermarsi all’apparenza o alle chiacchiere.
Nei confronti di questa giovane donna Caritas Padova sta cercando – per lei e con lei – una condizione di vita migliore che non la veda costretta a mendicare, ma le consenta di inserirsi in una società che tuteli i più deboli e offra promozione umana.