Il rancore, l’odio velato di razzismo che cola da questo cartello mi fa orrore. E mi fa ancora più orrore che nella nostra città, nella Padova che fu definita secoli fa “culla delle arti”, che ha saputo essere patria per migliaia di persone tra Armeni e Ungheresi nel ‘900, ora sia una città infestata da persone che sputano veleno contro chi viene da lontano ad ogni minima occasione. Scrive un mio contatto su facebook “Caro sindaco Giordani, la gente non vuole cose strane, vorrebbe solo non dover scrivere questo (!) cartelli”. Io non voglio cose strane, non vorrei dover scrivere ogni giorno o quasi che essere padovani significa anche essere dalla parte degli ultimi, come ci ha insegnato Sant’Antonio e più recentemente don Dante Carraro e gli eroi del Cuamm. Essere padovani significa non pensare automaticamente che la bicicletta te l’ha rubata unprofugo. Ed anche se fosse, non voler necessariamente tagliargli le mani. Io vivo così, la mia città. E rimango sbalordito di fronte a chi nel proprio cuore trova solo odio.
Alberto Gottardo