Il questore di Padova alla festa dela polizia rimprovera i cantori del degrado e del tutto fa schifo

 

Un discorso duro, non di maniera, quello pronunciato ieri nel palasport di piazza Azzurri d’Italia dal questore Paolo Fassari. Che se la prende con quanti ritraggono la situazione in città peggio di quanto sia.  “I populisti smettano di sfruttare la paura dei cittadini” ha tuonato il questore strappando applausi convinti da parte dei suoi uomini  e del pubblico dell’Arcella.
Qui di seguito il discorso del questore:

Ringrazio le Autorità presenti –il Prefetto, il Sindaco, il Presidente della Provincia, le autorità civili e militari Presidente del Tribunale, Procuratore della Repubblica, il comandante Forze Operative Nord, i vertici interregionali, regionali e provincialidell’Arma Carabinieri, il comandante provinciale dellaGuardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria,i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato.Saluto i parenti delle vittime del dovere. Esprimogratitudineal Comune di Padova che ha patrocinato l’iniziativa ed ha offerto la propria disponibilità per la realizzazione di questa celebrazione.

Formulo con l’occasione gli auguri ai rappresentanti del parlamento eletti a seguito delle ultime consultazioni elettorali, che oggi ci hanno voluto onorare della loro presenza.

Mi sia consentito rivolgere un sentito ringraziamento per il sostegno fornito a questo momento alla Fondazione della Cassa di Risparmio Padova e Rovigoed in particolare al qui presente presidente Antonio FINOTTI,sensibile anche in questa circostanza ai temi della legalità quale presupposto necessario per lo sviluppo.

Un abbraccio ai giovani studenti che numerosi vedo presenti sugli spalti, un abbraccio voi, perché siete il futuro della nostra società ed avete l’onere e il privilegio di migliorare questa terra, la possibilità di scegliere la legalità e insegnarla alle generazioni avvenire.

Esprimo ai 1376 appartenenti alla Polizia di Stato che prestano servizio di questa provincia la mia più profonda gratitudine per l’impegno quotidiano che profondono, malgrado le difficoltà cui ci imbattiamo quotidianamente. Ognuno di 17uffici che vedete nell’elenco assicura l’attività in ambiti diversi (operativi, burocratici, tecnico logistici), taluni con competenze anche in altre provincie o addirittura in ambito extraregionale, ma tutti egualmente importanti affinché la Polizia di Stato possa assicurare i compiti ad essa demandati. Abbiamo quest’anno pensato di festeggiare la nostra fondazione in questo quartiere dove la Polizia di Stato ha percepito il disagiovissuto da alcuni abitanti ed ha profuso, così come le altre forze di polizia statali e locali, uno sforzo notevolissimo per contrastare fenomeni delinquenziali e garantire la sicurezza urbana.

Il motto della celebrazione Esserci sempre sintetizza e coglie anche quest’anno attraverso con un avverbio di tempo e di luogo uno spirito di servizio offerto senza soluzione di continuità e –in presenza di difficoltà sempre crescenti – con eguale efficacia. Mai come in questi ultimi tempi la Polizia di Stato è stata coinvolta nella gestione di dinamiche sociali complesse, si è trovata ad interagire con altri attori sociali, ben oltre i compiti meramente istituzionali.

Grazie alle nostre donne e i nostri uomini per l’impegno profuso in occasione delle manifestazioni di ordine pubblico, in occasione delle quali più di uno di noi ha riportato mortificazioni e ferite. Rientrando a casa dall’ennesimo e faticoso servizio in piazza, le nostre donne e i nostri uomini hanno assicurato ai familiari di avere fatto il proprio dovere con l’orgoglio di chi ha garantito a chiunque, e sottolineo a chiunque, la libertà di manifestare rispettando la legge. Anche a coloro che ci hanno tirato contro i sampietrini o coperto d’insulti. Tensioni in piazza fra opposti schieramenti ideologici o in occasione di manifestazioni sportive sono state nella provincia di Padova evitate e comunque ridimensionate nei loro effetti violenti da un lato grazie ad un eccezionale lavoro informativo e di mediazione svolto dalla DIGOS, dall’impiego da operatori dei nostri reparti mobili che senza tema di smentita, il mondo ci invidia per professionalità e tecnica, dai dirigenti dei relativi servizi che in questo capoluogo hanno agito con oculatezza, ricorrendo ai mezzi coazione proporzionalmente adeguati solo quando ogni altro sistema  era stato infruttuosamente esperito.

Sub legelibertas significa che i fatti reato si denunciano negli uffici di polizia se si vuole che vengano perseguiti e non sui social e che solo un giudice valuta se una condotta sia contraria alla legge e commina l’eventuale sanzione. A nessun’altro è consentitodi privare dei diritti previsti dal titolo I della Costituzione cittadini ritenuti immeritevoli di esserne titolari.A ciascuno sono quindi riconosciute competenze e responsabilità.

La collaborazione interistituzionale, con il coinvolgimento delle Amministrazioni locali accanto a quelle statali, e la conseguente formazione di una rete di azioni e di interventi armonicamente raccordati ha già consentito nella provincia di Padova di avviareiniziative dirette a fronteggiare il degrado urbano, ridurre la marginalità sociale, incrementare l’educazione alla legalità sui banchi di scuola con il pieno coinvolgimento delle polizie locali nel controllo dei centri abitati, la sottoscrizione di protocolli d’intesa sulla sicurezza, attivare sistemi di videosorveglianza cittadina sempre più efficaci.

La nostra mission non quindi è creare parentesi di presidio. Perché è troppo semplice invocare aiuti economici, potenziamenti organici, implementazioni tecnologiche pochi minuti dopo il verificarsi di un fatto eclatante o asseritamente tale, ma non è pienamente efficace se tutto ciò non è accompagnato da un cambiamento corale e culturale in direzione di una sicurezza sussidiaria e partecipata. Il ruolo svolto dai cittadini nei controlli di vicinato – che spontaneamente si propagano a vista d’occhio – è l’espressione più alta dell’orgoglio di una comunità, abituata a reagire alle avversità, che oggi si appropria del territorio senza “scaricare” responsabilità, fornendo alle forze di polizia apporto all’identificazione degli autori o sospetti responsabili di reati predatori. Sicurezza sussidiaria significa che il potere pubblico deve svolgere attività che i privati non possono e devono compiere, che la vigilanza di beni privati dovrà essere affidata ad imprese che operano nel settore, che investono e danno occupazione,  in linea con quanto avviene negli altri paesi europei.  La sicurezza è un bene che tutti devono alimentare e difendere. Non è oggi fotocopiare le risorse umane e presidiare per ventiquattro ore migliaia di esercizi pubblici e commerciali ovvero le abitazioni degli oltre 388.000 nuclei familiari che risiedono in questa provincia.

Come se fenomeni epocali quale l’incontrollato spostamento sul territorio di stranieri irregolari, le problematiche dell’accoglienza di profughi, l’aleggiante pericolo terroristico, i tempi dei processi fossero solo un problema di risorse delle forze di polizia, e nonun fenomeno complesso che non può ricondurre responsabilità ad un’unica matrice, men che meno allo scalino più basso.Non possiamo essere detentori esclusivi della sicurezza. Le reali potenzialità di una organizzazione complessa non si misurano dalla esclusiva proprietà di qualcosa ma dalla condivisione degli sforzi e delle informazioni. Si deve giungere ad un momento di sintesi che non consente a ciascuno di essere rinchiuso nella propria autoreferenzialità consentendo a figure titolate di svolgere i proprio compiti a servizio di tutti. Una società in cui ciascuno non fa il proprio lavoro e cerca di fare quello degli altri va alla deriva. Non solo perché un infermiere non può e non deve fare il poliziotto ma soprattutto perché ogni società responsabile si basa su competenze a prendere decisioni e conseguenti responsabilità. Laddove questi confini non sono chiari e passa il principio secondo cui se tutti sono responsabili nessuno lo è veramente.

Pensare che l’estirpazione del peggiore cancro che ci flagella, ovvero la criminalità alimentata dalla corruzione, sia affidata esclusivamente alle azioni di contrasto della magistratura e delle forze dell’ordine, non è sufficiente. Servono anticorpi, nella società e nelle istituzioni. Proprio qualche giorno fa in occasione di una conferenza tenutasi in questa città ad iniziativa dell’associazione “Libera”, si sono evidenziati i rischi di infiltrazione criminale che corre un territorio come quello padovano laddove i suoi abitanti dovessero sottovalutare il pericolo della presenza delle mafie. Esse infatti, contrariamente a quanto avviene in altre regioni del Sud Italia ove occupano militarmente e ostentatamenteil territorio, si muovono non meno pericolosamente dissimulando i loro interessi fra la gente comune attraverso riciclaggio di denaro ed operazioni imprenditoriali fittizie il reimpiego di capitali illeciti. Eppure il silente riciclaggio di denaro proveniente dai traffici illeciti incide poco sulla percezione d’insicurezza nè attrae una parte dell’informazione che ci induce a ritenere che l’unico problema delle città siano i neri che smerciano hashish nei pressi della stazioni ferroviarie o chiedono l’elemosina.

La sensazione di insicurezza è invece percepitadal cittadino che vive in quartieri poco illuminati, dove il degrado e gli immobili diroccati non agevolmente vigilabili generano insalubrità, illiceità, permanenza di homeless, dove il contrasto all’abusivismo è inesistente.Recenti studi hanno appurato che l’organizzazione dello spazio delle città influisce sulla sicurezza dei luoghi  e facilita l’operato delle forze dell’ordine laddove progettato, costruito e gestito per accrescere la sorveglianza anche per consentire di prendersi cura dei luoghi a più attori: uffici urbanistici, servizi sociali, forze dell’ordine. Contro uno stato di insicurezza non si può rispondere con pesi e numeri. La propensione alla sicurezza di un luogo ad essere più o meno sicuro influenzata dall’uso dello spazio, flussi pedonali e sistemi di trasporto pubblico, una mappatura del degrado. Il transito veicolare a bassa velocità da più sicurezza.Ciò conferma che la sicurezza urbana si costruisce strutturalmente e non militarizzando un territorio perché bisogna intercettare i bisogni di sicurezza. Accanto ad una sicurezza emergenziale esiste una insicurezza strutturale, quella che non agisce sula singola causa ma sui valori spazio/tempo. Ultime disposizioni di legge in materia di sicurezza hanno dedicato solo un comma alla sicurezza emergenziale e tutti gli altri articoli a quella strutturale.