Il Radici ha vinto la tappa di Padova di “4 ristoranti” entusiasmando Alessandro Borghese. Ma com’è davvero lì a telecamere spente?

 

Ha vinto 4 ristoranti, dicono per un punto. Ma io personalmente mi fido poco dei giudizi degli chef televisivi come Alessandro Borghese, che con tutta la buona volontà e pur meritando tutto il rispetto, non sono dei clienti normali. Ed allora ho rotto gli indugi e sono stato questa settimana al Radici di via Costa ( tra piazzale Santa Croce e il Bassanello, comodissimo con il tram).
Che sia un ristorante figlio di una progetto imprenditoriale ben preciso lo capisci subito: entri nella corte che un tempo ospitava una nota pellicceria e da una parte trovi il bistrot e dall’altra trovi il ristorante. Come dire: se siete di fretta e siete in pausa pranzo vi vogliamo bene lo stesso.

Io, accompagnato da Leandro Barsotti che ha realizzato un piccolo capolavoro con questo “Buongiorno Mattino” su facebook (clicca qui per vedere il video) sono entrato al ristorante. Prima buona notizia: la cucina è a vista, ha solo un vetro di separazione che la fa sembrare un po’ uno sportello della posta, ma permette di vedere l’orchestra di cui Andrea Valentinetti è il primo violino, all’opera tra i fornelli. Seconda buona notizia: in sala e in brigata ci sono dei ragazzi giovani, che sprizzano voglia di imparare.
Terza buona notizia: l’ambiente è arredato in maniera minimale ma non fredda, e l’atmosfera è resa accogliente anche dal punto di vista fonico grazie a dei pannelli fonoassorbenti che evita il fastidioso effetto saloon che invece capita di riscontrare anche in ristoranti di gran livello. La maitre Eleonora Piovesan sa il fatto suo ed è anche molto materna verso il ragazzo in addestramento: giovane e discreto, farà strada in un mestiere in cui arrivi in fondo solo se hai grinta.
Brava la responsabile della sala Eleonora, che giovedì sera è stata anche protagonista del programma di Alessandro Borghese. Si comincia con un antipasto divertente: boccetta all’acqua del pomodoro, rigatone di mais ripieno di pasta di mais soffiata con crema di caprino, ravanello e cavolfiore marinati infilzati su un lungo stecchino e un bignè di pasta salata ripieno di crema di grana padano. Quest’ultimo una autentica caramella di formaggio, ne mangeresti un chilo, te ne portano uno.

Perchè l’antipasto deve solleticare, mica saziare.
Solletica e sazia anche gli occhi l’insalata di gallina padovana. Piatto fantastico che mi era capitato finora di incontrare in ristoranti attenti ai presidi slow food tipo l’enoteca San Daniele di Serafino Baù a Torreglia. Non si arrabbierà Serafino se dico che questa preparata da Andrea Valentinetti mi ha commosso.
Sa di sapori antichi, sembra di mettere in bocca la gallina che ti portava in tavola la nonna. Ed è presentata con un disco di rapa essiccata, triangolini e cubetti di verdura, in una composizione che rende nobile il piatto povero.

Il secondo piatto arrivato in tavola è una tagliata di tonno su cui Valentinetti, per aumentarne la sapidità, fa piovere una linea di sugo dell’oca. Scelta ardita, che può piacere oppure no. Io sono per il no, anche se di questo piatto ricorderò la patata schiacciata al tartufo nero: una festa per la parte alta del palato.
Sorbettino elegante e tropicalizzato in una ciotola che lo racchiude come uno scrigno e arriva il turno dei dolci.
Di dolci ne abbiamo provati due: una composizione di dolce al cioccolato dalle diverse consistenze e un lingotto di semifreddo al mango guarnito da un cremoso serpentone amulsionatissimo.

La domanda che tutti ti fanno: quanto hai speso? Risposta, non so quanto costa poichè Andrea Valentinetti mi ha invitato e lo scrivo per trasparenza. Non mi fosse piaciuto, come avvenuto con altri inviti, anche blasonati, semplicemente non avrei scritto. Qui scrivo e riporto anche una parte del menù (che trovate a questo link). Mi sembra che la degustazione sia ad un ottimo livello di rapporto qualità prezzo. Ci tornerò presto, con mia moglie e spero che Andrea Valentinetti quella volta mi lascerà pagare. Perchè un ristorante così merita una seconda puntata e perchè è già un regalo poterci andare semplicemente in tram. Varrebbe un viaggio in aereo.