Da Gianni Berno, capogruppo del Pd, riceviamo e pubblichiamo:
Con sorpresa leggo che Rifondazione Comunista capitanata da Daniela Ruffini raggiunge Lega e PDL su referendum per l’auditorium: strani connubi ci presenta la storia!
Chissà se Rifondazione avrebbe manifestato contro la realizzazione del Palazzo della Ragione insieme a qualche gruppo minoritario quasi che ogni pietra e costruzione debba essere vista come necessariamente negativa! Iscrivendosi ufficialmente anche RC al partito del non fare non credo che aumenteranno i dati del consenso che relegano ormai RC in città all’1% con un rischio oggettivo di estinzione.
Penso invece che proprio in questa fase di transizione che potrtemmo definire “epoca Monti” i cittadini premieranno sempre più i politici che affrontano i problemi per risolverli e chi ha una visione del futuro economico e culturale della città; se dovessimo ascoltare i partiti ed i comitati ed associazioni del NO a tutto non andremmo molto lontano.
E’ per questo che ieri insieme ad altri colleghi abbiamo visitato a Vicenza una struttura che funziona bene e che può rappresentare un riferimento anche per il nostro auditorium patavino.
Vicenza ha realizzato a fine 2007 il Teatro Comunale città di Vicenza progettato da G. Valle che ha cercato con il suo stile razionalista di garantire continuità con uno stile ovviamente moderno rispetto alle vicine mura.
Si tratta di un teatro- auditorium con due sale: 910 e 360 posti che attirano (dati 2011) circa 110.000 spettatori annui provenienti anche da fuori regione, copre 217 giorni di spettacolo coprendo la sala grande al 95% mediamente e offrendo con varie tipologie di spettacoli una offerta culturale molto importante per la città che ha una popolazione pari a metà di quella di Padova.
La struttura è gestita da una fondazione con soci il Comune, la Banca Popolare Vicenza, la Regione e l’Ass. industriali di VI. I costi annui esclusi quelli per le attività artistiche (personale, tecnici, energia etc) sono di circa 700.000 euro annui, quindi molto vicini a quelli da sempre dichiarati dal nostro Sindaco per il futuro auditorium, molto vicini a quelli del ns Teatro Verdi; non quindi le milionate di cui si riempiono la bocca alcuni dotti commentatori.
Il nostro auditorium punterà con lo stile romantico di Kada a creare continuità col contesto in cui si inserisce attraverso i chiaro-scuri delle foglie della copertura esterna, gli affacci sul Piovego, la grande vetrata verso la parte storica della città, una grande sala interna che cercherà con il massimo esperto mondiale di acustica Y. Toyota di trovare soluzioni innovative come la sala a petali a forma di viola pansè che garantirebbe un’acustica assolutamente di eccellenza rispetto alle forme tradizionali utilizzate ad esempio a Vicenza.
Insomma abbiamo visto che certe strutture sono possibili e ben gestibili e la collega Ruffini anziché iscriversi al partito del non fare con l’alibi del referendum avrebbe speso meglio il suo tempo con la visita a Vicenza.
Gianni Berno – Capogruppo PD