Negli ultimi mesi e soprattutto nelle ultime settimane il tema dello spostamento delle partite del Calcio Padova allo Stadio in via Plebiscito è diventato di estrema attualità. I giornali hanno sottolineato la contrarietà al progetto delle varie forze politiche: quelle di opposizione presenti in consiglio (PD, Padova2020 e M5S) e non (SEL, Rifondazione), ma anche da Forza Italia che ha sostenuto Bitonci alle ultime amministrative.
Rete Arcella Viva fin da dicembre 2015 ha percepito la diffusa contrarietà al progetto di buona parte dei residenti ed ha richiesto più volte che la Giunta esponesse i propri progetti sullo Stadio Plebiscito con un’assemblea pubblica, in cui la cittadinanza potesse esprimersi. Abbiamo dichiarato pubblicamente il nostro punto di vista, richiedendo l’indizione della suddetta assemblea sia tramite email a Sindaco e Assessore allo Sport sia personalmente ad un altro Assessore.
Siamo sicuri che in un incontro pubblico la Giunta si sarebbe potuta accorgere di quanti sono i motivi per cui gran parte della cittadinanza è contraria al progetto: spreco di risorse pubbliche (in un momento in cui i soldi mancano per il sociale e per molti sport minori), problemi alla viabilità e di consumo di suolo, interferenza con le altre utenze degli impianti sportivi e problemi legati all’ordine pubblico durante partite di calcio a ridosso di un quartiere residenziale.
Come cittadini non ci interessa entrare in una diatriba politica, ma purtroppo dobbiamo constatare che la Giunta non sta seguendo quanto promesso alla prima seduta del Consiglio Comunale (giugno 2015 al Palasport di Piazza Azzurri) in cui il Sindaco si era espresso in questo modo: “Il sindaco, la Giunta e questo Consiglio sono al vostro servizio. Vi ascolteranno, vi cercheranno e vi interpelleranno per avere suggerimenti, proposte e accogliere critiche e reclami. Per quanto mi riguarda, la porta del mio ufficio a Palazzo Moroni è e sarà sempre aperta.” Un’esperienza analoga l’abbiamo avuta circa un anno fa quando ci siamo impegnati contro le modifiche al piano comunale del commercio che ora prevede una grande struttura di vendita nel luogo dove oggi c’è il Parco Fantasia in via Ticino. L’attuale amministrazione sbandiera gli incontri che fa nei quartieri, ma questi momenti, in cui i singoli cittadini hanno pochi minuti a disposizione, non possono sostituire gli incontri pubblici in cui Giunta e cittadinanza si confrontano apertamente. Inoltre, visto che per normativa nazionale per le città al di sotto dei 250’000 abitanti non sono più previsti i consigli di quartiere, sarebbe stato utile attivare qualche tipo di organo di consultazione di quartiere.
Per concludere riteniamo che i metodi partecipativi siano in grado di migliorare i processi decisionali. Una buona amministrazione, di qualsiasi colore politico, dovrebbe sempre ricercare un confronto aperto con la cittadinanza.
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