La cooperazione sociale padovana si è riunita questa mattina a Villa Italia (Padova) per rinnovare le cariche della propria associazione di categoria, Confcooperative Federsolidarietà Padova, che rappresenta circa 130 cooperative, 8.400 soci e 5.000 lavoratori della Provincia. Alla presidenza è stata rieletta Tiziana Boggian, che oltre a questa carica è presidente di Nuova Idea, cooperativa sociale di Abano Terme da 25 anni attiva negli ambiti della disabilità e della salute mentale.
“Quando sono andata alla presidenza 4 anni fa – racconta la Boggian – era un periodo di ricostruzione della Federazione perché venivamo dal lutto di Fabrizio Panozzo (ex presidente di Federsolidarietà Padova e figura di spicco nella cooperazione sociale veneta, specialmente per il suo impegno nell’ambito della salute mentale, che è venuto a mancare a inizio del 2014).
In questi 4 anni è stato fatto un grosso lavoro di squadra, abbiamo agito una rappresentanza che ha cercato di essere non solo a servizio delle cooperative in forma classica, ma anche propulsore di proposte e stimoli: abbiamo lavorato per dare orientamenti, condividere scenari, offrire approfondimenti in chiave formativa.
Oggi siamo in una fase di grandi trasformazioni sociali, culturali e demografiche: quello che è fondamentale per il futuro è ridisegnare il nostro modello di welfare, condividendo con tutti gli attori locali gli obiettivi, le strategie e gli strumenti necessari per organizzare servizi personalizzati in linea con i grandi cambiamenti che stanno avvenendo.
Quello che come Confcooperative Federsolidarietà vogliamo fare è rompere la logica secondo cui la cooperazione è un semplice fornitore di servizi, ma iniziare ad essere riconosciuti come attori chiave e partner. Per questo riteniamo strategico investire sul capitale umano, mettere in connessione formazione e cultura con ricerca e innovazione, per poter acquisire quelle competenze trasversali necessarie per fare innovazione”
Il momento di rinnovo delle cariche si è svolto successivamente all’incontro pubblico dedicato a “Welfare e inclusione sociale: sfide e prospettive” a cui hanno partecipato Giovanni Bertin e Maristella Zantedeschi (Università Ca’ Foscari di Venezia), Alessandro Bisato (Presidente della Conferenza dei Sindaci dei territori dell’ex Ulss 16) e Daniela Carraro (Direttore dei Servizi socio Sanitari Azienda ULSS 6 Euganea).
La tavola rotonda ha visto un’attenzione particolare sulla ridefinizione del modello di welfare in base ai nuovi assetti socio-culturali “le sfida sono da una parte il superamento della settorializzazione – sottolineano Zantedeschi e Bertin – e dall’altra lo spostamento del focus dalla risposta al bisogno ad una logica di prevenzione basata sui profili di rischio, aumentando le capacità delle persone e delle comunità ad affrontare i diversi cambiamenti nel corso della loro vita, supportandole laddove il grado di vulnerabilità rischi di portarle all’esclusione ed emarginazione”.
Il punto di vista delle istituzioni, rappresentate da Bisato e Carraro, si allinea a quello di una necessità di visione più lungimirante e compartecipata “Bisogna partire dal ridefinire il rapporto tra Pubblica Amministrazione e cooperazione sociale come un rapporto di partenariato che consentirebbe di superare anche quelle problematiche che sviliscono la dignità del lavoro, la qualità dei servizi e l’appropriatezza degli interventi. La dimensione locale è il luogo dove si trovano le condizioni ottimali per avviare delle sperimentazioni nella programmazione di azioni di indirizzo, perché è qui che troviamo la comunità, le sue relazioni, le reti, le risorse.”
Presente nel corso dell’assemblea anche la neo eletta alla Camera, Arianna Lazzarini che ha lanciato la proposta di un coordinamento periodico con le pubbliche amministrazioni, le istituzioni e gli attori del Terzo Settore per portare a Roma le istanze e le proposte sulle principali tematiche sociali.