Disavventura a dir poco vomitevole per un gruppo di turisti italiani in un pub del centro di Londra: il cane dei proprietari del locale, che gira comunemente nella sala pranzo, viene colto da una scarica di diarrea vicino ai tavoli. Nonostante i miasmi costringano i clienti ad alzarsi dai loro posti e ad uscire, la proprietaria del pub intima loro di pagare il conto per intero, anche delle portate non ancora servite. La vicenda – raccontata da Cristina Galtarossa, una signora di Padova in vacanza lo scorso week end con la famiglia nella capitale inglese – è avvenuta all’interno del “Fat Badger” (tasso grasso), un pub di grande charme a Notting Hill, al 310 di Portobello road. Un locale con divani in pelle vintage, pavimento in legno scuro, segnalato tra i pub di fascino nella Guida Michelin 2009-2010. Wolfie, questo il nome dell’animale incolpevole protagonista, é la mascotte del locale: un cane di grossa taglia bianco e grigio che – chissa perché – vive praticamente nel pub, accarezzato continuamente dai proprietari mentre portano i piatti in tavola. “Già il fatto che un cane, e di quelle dimensioni, passeggi tranquillamente in un luogo dove si serve del cibo – spiega Galtarossa – può essere opinabile. In Italia penso che le norme sanitarie lo vietino. Se poi succede quello che è successo e i proprietari del locale quasi neanche si scompongono, allora è veramente troppo”. Quando la povera bestia è stata colta dall’attacco di diarrea, schizzata fin sui piedi di alcuni clienti, i due gestori del pub – racconta sempre Galtarossa – si sono sì mossi con dei fogli di carta, per cercare di fermare la maleodorante ‘pozza’. Ma poi hanno lasciato tutto lì per altri minuti, per correre al bancone e mescere altre birre. Alla fine, quando il gruppo di italiani si è deciso ad uscire assieme ad altri clienti, solo un timido ‘sorry’, e il conto compilato per intero: 58 sterline per tre zuppe, consumate, e altri piatti di secondo mai arrivati. “L’atteggiamento di sufficienza dei due gestori del pub ha avuto dell’incredibile. La prima cosa che faremo ora – conclude Galtarossa – sarà scrivere alla redazione della Guida Michelin per spiegare loro che nella prossima edizione forse è meglio sorvolare sul ‘fat badger'”
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