“Bitonci dà la colpa al Pd dei suicidi della crisi, non sa più cosa dire, scopra la dignità del silenzio”. Il consigliere regionale del Pd, Piero Ruzzante, si appella alla “decenza”: “Non ci sono alternative che invocare un po’ di decenza. Bitonci è spudorato. Da anni pone questioni sulla legalità e sulla sicurezza, ed oggi che il braccio destro del suo leader veneto Flavio Tosi viene arrestato, Bitonci che ci dice? Che dice ai Veneti? Che non sapeva nulla? Che c’è qualcuno di più furbo che bypassa la crisi con il malaffare? Che non serve seguire le procedure corrette, che basta essere amico degli amici dei leghisti? Che a Verona la parentopoli è un caso isolato? Del resto Belsito, il Trota e compagnia rubante hanno praticato la linea della “Lega ladrona” garantendosi un ricco avvenire alla faccia dei veneti e del popolo del nord che cerca di uscire da questa crisi con fatica e onestà, con la fatica e l’onestà della gente che lavora”. La Lega non ha nessun titolo sul tema della sicurezza: “Le accuse a Vito Giacino sono gravissime e sono successive ad altre come truffa, parentopoli, corruzione e rapporti con pluripregiudicati. Zaia, l’altro leader di Bitonci, ha fatto scadere il Protocollo per la legalità contro le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e non ha dato vita alla stazione unica appaltante. Bitonci conosce quello che sta facendo la mafia al nord o nega la sua esistenza come il suo leader Maroni? Sa che il vero dramma è la criminalità organizzata che muove le grandi partite di droga e non il ragazzino beccato a spacciare, disperato terminale di una rete di sfruttamento? Bitonci preferisce nascondere i problemi, prendendosela con i più deboli, come del resto fa da sempre, come quando provò a risolvere l’emergenza sicurezza a Cittadella cacciando qualche povera badante”. Secondo Ruzzante, “Bitonci finge. Finge di dimenticare che la Lega ha governato per anni questo Paese, che continua a governare il Veneto, che lui è capogruppo al Senato. Come fa a scaricare le colpe? Come fa a sentirsi assolto? Lui – direbbe De Andrè – sarà per sempre coinvolto. La Lega ha promesso sicurezza e legalità, ai veneti ha lasciato solo insicurezza e illegalità. Vogliamo città più sicure. Non balle leghiste. ”.
Il capogruppo al Senato della Lega Nord aveva diramato ieri la seguente nota:
“Ai Veneti non interessano i litigi fra Renzi e Civati. Non interessano i ricatti di Alfano che minaccia di portare il Paese al voto con il proporzionale, per garantirsi la poltrona prima che venga cambiata la legge elettorale. Non interessano il totoministri, gli hashtag e le ripicche fra gli esponenti del Partito Democratico. Qui servono libertà, lavoro, meno tasse e i soldi che ci spettano per ripartire dopo le alluvioni. A fronte dei continui suicidi di imprenditori, artigiani e disoccupati, mi chiedo quanto la politica romana sia almeno in parte responsabile, se non complice. Per questo riporteremo in Parlamento la questione veneta, con un’interrogazione a risposta urgente. Nel 2013 i suicidi per ragioni economiche sono stati 149, uno ogni due giorni e mezzo. L’anno nuovo non promette nulla di buono: nel mese di febbraio due casi hanno colpito la mia città, Padova. Siamo stufi di portare fiori sulle tombe di nostri concittadini”.