La quarta rivoluzione industriale (o Industry 4.0) ha cambiato a suon di innovazioni tecnologiche il mondo del lavoro. Anche il mondo della Sanità, quindi, ha cambiato pelle, sposando le innovazioni tecnologiche e dando vita al concetto di Sanità Digitale.
Il mercato della Sanità Digitale
Secondo gli ultimi dati raccolti nel rapporto dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, che stima 1,27 miliari di euro il valore 2016 di questo mercato, negli ultimi mesi c’è stata una flessione del 5% di tale comparte, nonostante gli ambiziosi piani del Governo Italiano. Questo rallentamento porta il Bel Paese in una posizione di ritardo rispetto agli standard europei e rispetto alle ambizioni annunciate dal Governo nel 2014, quando fu firmato il Patto per la Sanità Digitale.
Secondo lo studio sono soprattutto le aziende sanitarie, le Regioni e il Ministero a far registrare un calo della spesa per le tecnologie digitali. Questo, secondo gli esperti, è un segnale che conferma quanto i ritardi normativi e la mancanza di risorse inizialmente promesse nel Patto per la Sanità digitale abbiano bloccato gli investimenti e le nuove progettualità. Inoltre, le riforme sanitarie in atto a livello regionale hanno portato ad un sostanziale immobilismo da parte delle aziende, nell’attesa che le nuove strutture organizzative siano portate a regime e alla razionalizzazione delle risorse esistenti, dovuta alle operazioni di accorpamento delle aziende sanitarie.
I fascicoli elettronici
Uno dei dati meno incoraggianti riguarda l’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico. Secondo gli esperti, il fascicolo elettronico viene utilizzato solo da un medico su tre, nelle regioni in cui il fascicolo è già attivo. In pratica il medico preferisce utilizzare altri software o, addirittura, canali non ufficiali come l’email o Whatsapp per lo scambio di informazioni e documenti con il proprio paziente.
Secondo la ricerca effettuata dall’Osservatorio, infatti, il 53% dei medici di medicina generale comunica con i propri pazienti tramite WhatsApp e l’85% utilizza l’email. Questo perchè i canali come WhatsApp e le mail sono molto più immediati e comodi e di uso quotidiano. Nonostante ciò, le comunicazioni più importanti (es. diagnosi) non possono avvenire attraverso questi canali. Se proprio non si volesse utilizzare il fascicolo sanitario elettronico sarebbe quanto meno essenziale che si utilizzassero sistemi di comunicazione allo stesso immediati ma che offrono standard di sicurezza di gran lunga maggiori. Ci riferiamo in particolare al fax online di eFax che garantisce lo stesso livello di sicurezza del fax analogico che conosciamo.
Il 2017 anno della svolta digitale
La musica, però, deve cambiare. Entro il 2017 tutte le Regioni dovranno concludere lo sviluppo dei fascicoli sanitari elettronici e dovranno garantirne l’interoperabilità. Nello sviluppo di questi sistemi è fondamentale tener presente l’utente finale e la necessità di una fruibilità semplice e intuitiva. E bisogna informare il cittadino circa le opportunità fornite da questi sistemi, come ad esempio la possibilità di consultare i propri referti online, da qualsiasi dispositivo mobile.