Service tax: tutte le perplessita’ dell’Ascom Padova

 

Più passano le ore e più si convincono che il bicchiere che in un primo momento poteva sembrare mezzo pieno, adesso sembra desolatamente vuoto.
“Sarà buona cosa attendere il decreto – dichiara Federico Barbierato, direttore generale dell’Ascom Confcommercio di Padova – perché l’esperienza insegna che le sorprese sono sempre all’ordine del giorno, ma possiamo già dire che da questo governo ci saremmo aspettati sicuramente di più. Confermare l’Imu sugli immobili strumentali è stato un vero colpo basso e anche l’annunciata ma parziale deducibilità dal reddito non credo possa produrre effetti significativi”.

Per cui i commercianti continueranno a chiedere l’esenzione Imu per le imprese ma, nel frattempo, alzano il tiro sull’Iva e mettono le mani avanti sulla nuova service tax in partenza dal nuovo anno.
“Sull’Iva – continua Barbierato – voglio solo credere che gli annunci di “inderogabilità” dell’aumento ad ottobre siano il frutto del “confronto” politico (ed uso un eufemismo volontariamente) in atto all’interno del governo, mentre sul progetto di service tax dire che siamo perplessi è voler tenere basso il livello di preoccupazione che, per contro, è altissimo”.

Ed il perché è presto spiegato.
“La storia recente del federalismo all’italiana – puntualizza il direttore generale dell’Ascom di Padova – ci insegna che la tassazione locale, sia pure con una miriade di differenze da comune a comune, è inesorabilmente cresciuta anno su anno, con le addizionali che hanno raggiunto la cifra record di aumento del 573% e con la Tares che ha avuto balzi percentuali a tre cifre. La preoccupazione è dunque legata al fatto che i comuni, affamati di risorse, decidano di gravare ancora di più le imprese. Purtroppo, ripeto, l’esperienza di questi anni ci ha insegnato che le amministrazioni non hanno avuto occhi di riguardo verso il mondo produttivo che anzi è stato sensibilmente penalizzato. Una volta tanto vorremmo che i fatti potessero smentire le nostre preoccupazioni (ma anche la storia) e quindi chiediamo estrema attenzione nel costruire l’impianto del nuovo tributo che, per ora, non elimina la tanto contestata Tares per il 2013”.

Ed i comuni, in effetti, di strumenti per agevolare chi ritiene di investire nel proprio lavoro contribuendo a creare occupazione, ne avrebbero. Nella loro autonomia regolamentare possono infatti manovrare le aliquote, differenziandole sia in senso generale, sia all’interno del gruppo catastale, con riferimento alle singole categorie.
“I comuni – precisa Barbierato – possono, ad esempio, prevedere un’aliquota agevolata per i soli negozi del centro storico. Oppure possono penalizzare i negozi tenuti sfitti prevedendo per questi l’applicazione di un’aliquota massima. L’unico limite posto alla discrezionalità dei comuni è il rispetto dei criteri generali di ragionevolezza e non discriminazione, oltre a quello di non superare i limiti minimi e massimi delle aliquote”.

Quello che i commercianti chiedono, pertanto, è che la tassa sia frutto di seri e circostanziati ragionamenti ed in questo senso l’Ascom ha intenzione di incontrare tutti i sindaci della provincia nel corso di questo settembre.
“Anche perché – conclude Barbierato – per il 2013 la possibilità di ottenere benefici come quelli ricordati non è ancora preclusa, visto che i comuni possono variare le aliquote e i regolamenti Imu entro il prossimo 30 settembre 2013, ovvero entro la data prevista per l’approvazione del bilancio di previsione”.
Sarà dunque un settembre “caldo” anche sul fronte delle tasse. Ma nessuno pensava potesse non esserlo!