Sessanta giovani potrebbero lavorare con i mini job del comune, bloccati dall’ideologia del “prima i padovani” che danneggia Padova

 

“Che fine hanno fatto i mini job del Comune che possono dar lavoro a più di 60 giovani padovani in difficoltà?” A chiederselo è Enrico Beda, consigliere comunale del PD.

” A causa di una pasticciata revisione della Giunta sui regolamenti relativi ai buoni lavoro, bocciata dalla Commissione Europea, è ancora fermo da mesi il progetto Mini Job giovanili, che consente di impiegare 62 giovani under 35 per 6 mesi nei servizi del Comune, attraverso l’utilizzo di voucher finanziati dal Fondo di Solidarietà.

In un momento così difficile per l’occupazione giovanile – incalza Beda – cosa aspetta Bitonci a correggere i criteri inammissibili e a riaprire immediatamente il bando? Ci sono molti giovani in città che sono senza lavoro. Un’esperienza come quella dei mini job potrebbe essere una buona occasione formativa e un ottimo sostegno in un momento così difficile”.

Il progetto è rivolto a giovani under 35, che verrebbero impegnati in attività di miglioramento dei servizi alla città: piccole riparazioni, sistemazioni stradali, supporto uffici tecnici, sorveglianza di parchi, cimiteri e sale comunali, pulizia e decoro di aree pubbliche, verdi e scolastiche e supporto agli uffici amministrativi, archiviazione dati, accoglienza cittadini.

“Il lavoro è una priorità assoluta per i giovani di Padova – conclude Beda – Ogni giorno assistiamo all’esodo di troppi ragazzi padovani, che lasciano la loro città a malincuore in cerca di opportunità migliori. La politica deve mettere in campo tutte le possibilità che ha per rispondere a questa emergenza e anche il Comune di Padova può fare la sua parte. Bitonci si dia una mossa e sblocchi il bando. I soldi sono già stati stanziati, non si può perdere altro tempo”.