Aveva un giro d’affari di oltre 100mila euro al mese una organizzazione ramificata nelle città di Padova, Venezia, Roma, Modena e Perugia sgominata dagli uomini della Guardia di Finanza di Padova che ha chiuso in queste ore una operazione di servizio nei confronti di un gruppo criminale operante sul territorio nazionale nel traffico di sostanze stupefacenti. Sono undici su 13 le ordinanze di custodia cautelare emesse dell’Autorità Giudiziaria eseguite che si aggiungono alle 7 persone già detenute presso istituti di pena. Circa un centinaio i militari impegnati nelle operazioni di servizio con l’ausilio di 5 unità cinofile. “Non si tratta di attività estemporanee, fanno parte di una strategia che abbiamo messo alla base di questo servizio – ha spiegato il comandante della guardia di finanza di Padova colonnello Guido Zelano – credo che possiamo dirci soddisfatti dei risultati ottenuti”. Quello che segue è il comunicato stampa diramato dalla guardia di finanza di Padova.
Le indagini sono scaturite da una serie di fermi operati nel luglio 2012, nei pressi della stazione ferroviaria di Padova, nell’ambito dei servizi connessi all’ordinanza “Strade Sicure”. Alcuni cittadini stranieri, tre italiani, due tunisini e due polacchi, erano stati sorpresi in possesso di consistenti quantità di sostanze stupefacenti. Ad insospettire i Finanzieri era stata la costosa tipologia di treno utilizzata dagli arrestati (treni ad alta velocità) e le città di origine del viaggio: Valencia, Amsterdam e Rotterdam.
A Padova i militari della Guardia di finanza hanno operato perquisizioni in tutta la città: in via Stoppari e via Marchesi i finanzieri hanno sequestrato due appartamenti.
Le indagini condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno consentito, nel giro di sei mesi, di ricostruire l’intera organizzazione criminale sottoponendo a sequestro 15 chili di sostanze stupefacenti di cui 10 di “cocaina” e 5 tra “hashish” e “marijuana”. Durante le perquisizioni di oggi è stato sequestrato un ulteriore chilo di hashish.
In particolare la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ha consentito di identificare i soggetti stranieri coinvolti e procedere, attraverso l’interessamento delle Forze di Polizia estere, all’acquisizione di importanti elementi probatori. Tra i paesi esteri coinvolti figurano, in particolare, l’Olanda, paese dal quale proveniva la sostanza stupefacente del tipo “cocaina”, la Spagna, paese di origine dell’”hashish” e della “marijuana” commercializzato dall’organizzazione e la Polonia, paese dal quale provengono i soggetti utilizzati per il trasporto dello stupefacente. È emerso, infatti, come i cittadini provenienti dall’Est Europa risultano essere i nuovi “spalloni” della droga poiché accettano compensi particolarmente bassi.
Ai vertici del sodalizio, con quartier generale a Padova, quattro soggetti, tutti extracomunitari, che per i loro affari si avvalevano anche della collaborazione di cittadini italiani. L’attività criminale svolta dall’organizzazione non si esauriva esclusivamente con l’attività di traffico e spaccio ma, di recente, si era estesa in settori dell’economia legale quali l’acquisto di immobili, la gestione di attività commerciali e l’acquisto di auto.
I militari della Compagnia di Padova, nel corso delle indagini, hanno monitorato non solo i movimenti dello stupefacente in arrivo sul territorio nazionale, ma anche i movimenti finanziari posti in essere dagli indagati. In particolare, attraverso l’incrocio di tali risultanze con gli elementi acquisiti nel corso delle indagini tecniche è stato possibile monitorare oltre 1200 transazioni economiche illecite poste in essere attraverso gli 83 rapporti finanziari accesi dagli indagati i quali, in soli sei mesi, hanno realizzato un volume di scambi per un ammontare pari ad oltre 700.000,00 euro. È stato possibile ricostruire come l’organizzazione fosse solita frazionare i pagamenti per dissimulare il reale ammontare delle transazioni e sfuggire così ai controlli valutari.
Particolare attenzione è stata posta nella ricostruzione del patrimonio accumulato da ognuno degli indagati attraverso l’attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. I beni mobili (autovetture e motocicli), immobili (unità immobiliari utilizzate per lo spaccio) ed attività commerciali (gestite dai membri del gruppo criminale) sono state, in parte, sottoposte a sequestro nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria odierne. Così come hanno dimostrato le indagini, i proventi dello spaccio di sostanze stupefacenti, attività condotta con i metodi più tradizionali, venivano infatti reinvestiti nell’acquisto di immobili ed auto.
Per l’attività illecita l’organizzazione si serviva anche di tre attività commerciali ubicante in pieno centro a Padova e nelle quali gli indagati, forti di rapporti di amicizia con i reali proprietari, erano subentrati nella gestione di fatto delle attività. In tal modo i capi dell’organizzazione riuscivano a rifornire tempestivamente sia i clienti che i vari spacciatori approfittando di un luogo sicuro in cui custodire lo stupefacente.
Complessivamente i soggetti tratti in arresto nell’ambito dell’indagine sono venti di cui tredici colpiti quest’oggi da ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre i denunciati a piede libero, che dovranno rispondere per il supporto dato all’organizzazione, sono 10; 83 i rapporti di conto corrente e/o posizioni accese presso intermediari finanziari cautelati, 7 le autovetture sottoposte a sequestro perché utilizzate per l’attività di spaccio ed il cui valore d’acquisto è risultato non congruo con la situazione economica esposta dagli indagati/proprietari, 2 le unità immobiliari sottoposte a sequestro sulla città di Padova aventi un valore di circa 400.000 euro.