Da un lato c’è il meteo che deprime morale e voglia di vacanza, ma dall’altro c’è la spending review delle famiglie, molto più rapida e chirurgica di quanto non stia facendo il governo Renzi. Risultato: un padovano su due taglia su viaggi e vacanze, quasi due su tre risparmiano sull’abbigliamento.
“Quasi potessimo andare in giro tutti nudi – commenta Franco Pasqualetti, presidente di Federmoda Padova e vicepresidente dell’Ascom Confcommercio – abbiamo trasferito la voce “abbigliamento” alla categoria “spese superflue”. Il problema è che, purtroppo, sono anche altri i settori che hanno il motore che batte in testa”.
L’elenco, stando alla rilevazione compiuta nei giorni scorsi dall’ufficio studi dell’Ascom, è lungo.
“Stabilito che si risparmia su tutto – continua Pasqualetti – ci sono comparti che, oltre a quelli citati, soffrono di più (arredamento, bellezza e fitness), altri un po’ meno, ma è significativo che siano in calo anche gli alimentari e persino l’elettronica”.
A giudicare dallo studio dell’Ascom le abitudini di acquisto sono cambiate.
“Non vi è dubbio – sottolinea il vicepresidente dell’Ascom – che ci sia stato un riposizionamento verso prodotti a più basso costo, ma è anche vero, come stanno dimostrando i saldi non eccezionali ed anzi su livelli più bassi rispetto allo scorso anno, che più di qualcuno non compra proprio. In questo senso, come ha opportunamente osservato il nostro presidente Patrizio Bertin, gli 80 euro del governo Renzi non sono finiti nei consumi ma hanno permesso a qualcuno di pagare qualche bolletta arretrata”.
Il problema è che i consumi calano più del Pil.
“E questo dimostra – conclude Pasqualetti – che le difficoltà, al di là degli aspetti di sostanza, sono un riverbero anche della fiducia che, al momento (e qui torna in ballo anche il maltempo) è su livelli a dir poco bassini”.
Il sole (promesso) dei prossimi giorni, potrà far cambiare l’atteggiamento dei consumatori?
“Quel che è perso è perso – conclude il vicepresidente dell’Ascom – ma se non altro per il comparto turistico (inteso nel senso ampio di alberghi, ma anche di bar e ristoranti) le note sarebbero senz’altro meno dolenti”.