La crisi idrica di queste settimane sta colpendo pesantemente l’agricoltura veneta, ma la viticoltura sembra stia reagendo bene anche se non dappertutto. Nel pieno della fase di maturazione delle uve, cosa sta succedendo nei vigneti delle principali aree vocate regionali? L’osservatorio di Veneto Agricoltura, in vista del tradizionale incontro sulle previsioni vendemmiali nel nord est d’Italia in programma il prossimo 5 settembre a Legnaro (Pd), ha fatto il punto raccogliendo i primi dati.
Nella provincia di Padova e in particolare sui Colli Euganei si registra la situazione più preoccupante di tutta la Regione. Non piove da due mesi e i vigneti patiscono una carenza idrica calcolata nel lungo periodo di almeno 200/250 mm d’acqua. I vigneti più vecchi stanno reagendo bene allo stress idrico, ma in quelli più giovani le uve non stanno maturando in maniera ottimale. Ciò nonostante la situazione sanitaria si presenta al momento buona. La scarsità di piogge e le alte temperature fin qui registrate determineranno una vendemmia anticipata di 4-5 giorni rispetto allo scorso anno, nonostante una fioritura regolare. Attorno al 20/22 agosto si partirà con i bianchi e le basi spumanti. Tra i viticoltori padovani serpeggiano forti preoccupazioni sia per la qualità che per la quantità della prossima vendemmia.
Nel Veneto orientale la musica non cambia. La siccità sta mettendo in sofferenza gran parte dei vigneti determinando un accorciamento della fase di maturazione delle uve. I grappoli stanno perdendo progressivamente volume e se non dovessero arrivare sufficienti precipitazioni gli acini avranno anche pochi zuccheri. Per le varietà precoci (Pinot Grigio e Pinot Nero e basi spumanti) la vendemmia si annuncia posticipata di 7-10 giorni rispetto allo scorso anno, ma comunque anticipata di una settimana sullo storico degli ultimi cinquant’anni. Le prime operazioni di raccolta delle uve dovrebbero iniziare attorno al 25-26 agosto.