Signor sindaco Massimo Bitonci, San Francesco toglierebbe l’elemosina a tutti? (e qualcuno svegli il vescovo per favore)

 

Sarà un settembre ancora più triste e duro per chi è costretto a vivere di carità. I mendicanti infatti continuano ad essere, a quanto pare, al centro dell’agenda politica del sindaco di Padova Massimo Bitonci, che annuncia al Corriere del Veneto una importante novità: «A settembre, farò approvare in consiglio comunale una riforma del Regolamento di Polizia Urbana, inserendo il divieto di accattonaggio “tout court”, inasprendo le multe che già esistono e prevedendo il sequestro dei soldi raccolti dai mendicanti, la maggior parte dei quali svolge questa attività in maniera molesta, importunando le persone ed esibendo menomazioni fisiche che, spesso, nemmeno sono vere». (clicca per leggere l’articolo di Davide D’Attino sul Corriere del Veneto)
Era vera, lo ricordiamo per completezza di informazione, l’amputazione alla gamba del mendicante romeno, bloccato e ammanettato e schiacciato a terra da quattro vigili urbani sabato vicino a Prato della Valle (guarda il video)
Mi perdonerà il sindaco Bitonci se gli pongo una domanda, so che si sente attaccato da una sorta di “persecuzione mediatica” (l’ha scritto lei sul suo profilo facebook ieri sera) e mi scuso con il primo cittadino se continuerò ad andare oltre allo schema che vorrebbe i giornalisti come delle sorta di reggi microfono con la domanda che parte dalla risposta che il politico darà, del tipo “è una rivoluzione quella in atto”. Io sono fatto così. Lo sa Flavio Zanonato quando ho definito ad esempio l’Europeade una cagata pazzesca (clicca qui per aprire il link).
Ma veniamo alla questione mendicanti ed alla domanda che mi sono posto e che mi piacerebbe porre al sindaco della città di Sant’Antonio: è questo che intendeva quando annunciava che la sua Giunta avrebbe avuto un profilo francescano? (Al lettore poco attento che sarà anche un po’ incredulo ricordo che questa fu la prima uscita del sindaco Bitonci, presentando la Giunta, parlò appunto di profilo francescano, clicca qui se non ci credi come non ci credevo io, ma è successo anche questo) Non mi viene mica in mente nessun capitolo della vita del poverello d’Assisi in cui si indicasse la necessità di sequestrare il denaro a tutti i mendicanti. Magari sono io che ho interpretato male il messaggio di san Francesco, ma mi sembrava che il patrono d’Italia avrebbe fatto tuttaltro al suo posto, signor sindaco.
Un appello ai pochi che leggeranno queste righe: qualcuno più praticante di me faccia una telefonata al vescovo, se gliela facessi io forse gliela farei a mo’ del capitano di Falco, perchè credo che sia ora di tornare a bordo, “cazzo” aggiungerebbe Di Falco. Mi pare che Padova assomigli sempre di più alla Costa Concordia e che rischi di incagliarsi sugli scogli del rancore e dell’odio. Colpe ce l’hanno sicuramente anche i precedenti comandanti: il terzomondismo aprioristico ha contribuito a far crescere una rabbia nei ceti più svantaggiati culturalmente ed economicamente, che è scoppiata in questo reflusso di “voglia di pulizia” come risposta ai cartelli “siamo tutti marocchini bianchi” alla casa a tutti gli ex abitanti di via Anelli, di cui molti morosi, agli atteggiamenti “la sicurezza non è un problema” ed alle dissertazioni tra sicurezza reale e sicurezza percepita che non hanno mai nè convinto nè rassicurato nemmeno un padovano, temo.
Tenere il timone di una città, come in barca, significa innanzitutto non scuffiare e saper andare a volte contro vento. La giustificazione “la gente lo vuole” non regge e se anche fosse vero, credo che non porterà Padova fuori dalla crisi in cui si è impantanata. In tempi di crisi la gente quasi mai vuole il bene del popolo, quasi sempre ad andarci di mezzo sono i più deboli. Non è togliendo ai mendicanti gli euro che i cittadini danno loro un po’ per pietà e un po’ per toglierseli di torno, che Padova sarà più sicura. L’unica sicurezza è che chi ha ancora un po’ di cuore, un po’ si vergognerà.

Alberto Gottardo