Ho sentito e visto mille ragionamenti e molti tentativi di rimettere in moto il Sottosalone, la realtà commerciale più storica della città di Padova. Con un po’ di pomposità potremmo definirlo, assieme al sistema delle piazza, il primo supermercato della storia. Non credo che sia servito a molto ultimamente (e sarebbe invece interessante capire quanto è costato) il sito www.sottoilsalone.it fermo a dicembre 2017, povero da far tristezza nei contenuti e nell’impianto grafico. Se questo è il biglietto da visita del centro commerciale naturale della città, stiamo freschi. Si è pensato, anche recentemente, che spettacolini e concerti live possano portare più clienti in questa realtà. Non ho mai capito il salto logico per cui andando in piazza a vedere gli Ska-J poi dovrei tornare con un chilo di macinato misto per il ragù nella borsetta.
E con me in tanti non hanno capito questa associazione tanto che i concerti live in piazza delle Erbe per attirare clienti al Sottosalone credo non ne facciano più per il momento. So che i negozianti stanno ragionando, finalmente aggiungo io, su un servizio di consegna a domicilio della spesa. Easycoop sta facendo affari d’oro offrendo questo servizio già da un pezzo in città. Mi permetto di suggerire gli imprenditori padovani di MyMenu.it che già da anni offrono questo servizio per i migliori ristoranti della città ed hanno quindi flotta di riders e know how da vendere. Credo basti mandargli una mail.
Un’altra cosa utile sarebbe quella di iniziare un progetto serio di storytelling sulla scorta di quello realizzato da Leandro Barsotti per il “Buongiorno Mattino” di oggi, quella delle Mercerie al Salone. Un professionista vero, Barsotti, che in un minuto e mezzo e con un cellulare sa raccontare una storia lunga cento anni. Più di settemila visualizzazioni del video nel giro delle prime due ore. Ecco probabilmente questa è la direzione giusta: dare servizi di prossimità e magari sapersi anche raccontare in maniera efficace. Anzichè parlarsi addosso con frasi sentite e lette sui giornali mille volte del tipo “fare sistema”, “valorizzare le eccellenze”, “Padova capitale”. A queste produzioni incontinenti di parolai per professione preferisco piccoli, umili, esempi concreti come quelli sopra elencati.
Alberto Gottardo