Padova, città del Santo e dell’arte, di lavoro e sacrificio sempre più inchinata alla violenza ed al malaffare.
Non è la Padova in cui sono nato, in cui vivo e lavoro – dichiara Simone Borile, candidato al Consiglio della Regione del Veneto – ma una città artificiale resa tale da decenni di amministrazioni di discutibile passione per essa.
Si moltiplicano le aggressioni, risse e smercio di droghe, iniziative comunali che appaiono assenti e non incisive con insufficienti controlli della polizia locale, – prosegue Simone Borile – non per colpa di quest’ultima che gode di poca tutela, che consentano a noi cittadini un margine di sicurezza e salute.
Accoltellamenti in centro storico nei pressi di Palazzo Moroni, residenza di Giordani e Lorenzoni, paletti divelti e lanciati contro la porta del Duomo, marciapiedi con destinazione d’uso di gratuito orinatoio, abuso notturno d’alcol – aggiunge Borile – con bottiglie dall’uso finale di armi, fazioni contrapposte libere di affrontarsi, piazze in via d’estinzione storica a favore di un futuro Ok Corral e massacro, ieri sera, del guardiano dei Giardini dell’Arena che ha riportato denti rotti, sette costole fratturate e clavicola rotta.
E’ questa la bella Padova promessa da Lorenzoni? E’ questo il Veneto che vorrebbe Lorenzoni? E’ questo lo stile di vita a cui ambiscono padovani e veneti? Non credo, amo la mia terra, la mia città ma sono convinto che molto si può fare – conclude Simone Borile – nonostante questa conduzione Lorenzoniana e Giordanesca. Non si muti Padova da città frizzante e d’arte in luogo di reclusione a cielo aperto.