Stamattina gli uomini della Digos della questura di Padova hanno arrestato 5 cittadini ghanesi indiziati di essere i capi di una sommossa avvenuta lo scorso 7 gennaio nella struttura di accoglienza “Casa a colori”. Quel giorno un gruppo di circa 50 immigrati, assistiti nell’ambito del Piano emergenza nord Africa, aveva messo in essere una violenta protesta all’interno della struttura ricettiva a seguito di una riunione effettuata con alcuni responsabili della cooperativa Città Solare.
L’attività di indagine ,coordinata dalla Procura della Repubblica di Padova ed effettuata dalla Digos della Questura che si è avvalsa dei filmati interni al circuito di videosorveglianza ha permesso di individuare i responsabili dei gravi fatti .
Oltre agli arrestati sono stati denunciati in stato di libertà per danneggiamento aggravato ulteriori sei stranieri di nazionalità ganese e maliana.
I cinque arrestati sono accusati di sequestro di persona aggravato e danneggiamento. Titolare dell’indagine il pubblico ministero Sergio Dini che ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari Lara Fortuna la firma di altrettante ordinanze di custodia cautelare.
“La legge è uguale per tutti – spiega il questore di Padova Vincenzo Montemagno – mi auguro che nessuno possa strumentalizzare queste persone che sono scappate da un paese in guerra. Queste persone sono state ospitate, per due anni, sono stati fatti dei corsi di italiano. Ci sono delle disposizioni ministeriali che stabiliscono la distribuzione e le condizioni del soggiorno di queste persone. Sono 230 nel padovano, di cui 90 sono prese in carico dalla Casa a colori nelle sue varie articolazioni. Quando i partecipanti ai disordini nel corso di una riunione con gli operatori della struttura, non hanno visto esaudite le loro pretese hanno inscenato una protesta. Un poliziotto venne ferito gravemente a un piede a causa della chiusura di un cancello. Soltanto la mediazione di un funzionario di polizia dopo un’ora ha ristabilito la normalità. Padova è una città accogliente, ma la reazione da parte degli immigrati è stata spropositata, contro interlocutori che non potevano fare altro che ospitarli. Non è concepibile che con la violenza si ottengano trattamenti diversi da quelli previsti dall’iter normale. Si è creata quel 7 gennaio una situazione che ha creato pericolo e allarme sociale. Quel giorno è stato un giorno molto particolare: si erano riuniti con gli operatori della Casa a colori e quando non hanno visto esaudite le loro pretese hanno inscenato una protesta. Un poliziotto venne ferito gravemente a un piede a causa della chiusura di un cancello. Soltanto la mediazione di un funzionario di polizia dopo un’ora ha ristabilito la normalità liberando gli operatori della struttura che erano rinchiusi in una stanza della struttura alberghiera”. Altri 6 africani sono stati denunciati per danneggiamento aggravato. I danni riportati dalla struttura di accoglienza gestita da una cooperativa sociale vicina alla Diocesi di Padova, sono stati quantificati in oltre 50mila euro.
Secondo il questore Montemagno la protesta del 7 gennaio è arrivata in un momento delicato, in quanto erano in corso proprio in quei giorni le consegne di carte di identità e tessere sanitarie oltre che dei titoli di viaggio per lasciare eventualmente lo Stato italiano nell’area Shenghen.