Un’ottantina di studenti e una decina di docenti dell’Istituto vescovile “Barbarigo” domenica 18 dicembre si sono “messi alla scuola” di circa 120 persone disagiate e senza fissa dimora trasformando la scuola nella loro casa, per il pranzo di Natale. Un appuntamento, giunto alla terza edizione, organizzato in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio e con la rete Caritas dei pranzi domenicali nelle parrocchie, che per l’istituto Barbarigo diventa un importante momento nel percorso educativo dell’anno.
Il pranzo di Natale con le persone disagiate non è, infatti, un episodio isolato di attenzione e vicinanza, ma si inserisce in un progetto più ampio di educazione alla solidarietà, come spiega l’animatore spirituale del Barbarigo, don Lorenzo Celi: «Con i ragazzi negli anni stiamo cercando di approfondire i problemi legati alla povertà e al disagio sociale nel territorio e anche di educare alla corresponsabilità che per il cristiano acquista il volto della carità. Durante l’anno agli studenti vengono proposte altre iniziative sociali e di volontariato: dalla donazione di sangue e di midollo osseo alla partecipazione a eventi e raccolte di solidarietà. Esperienze che poi sono condivise con i compagni a lezione o durante altri momenti di confronto».
Non solo un gesto buono nella vicinanza del Natale, dunque, ma un’occasione per «lasciarci educare dai fratelli bisognosi, acquisendo stili di vita ispirati alla sobrietà, a compiere scelte che vadano nell’ordine della condivisione, accrescendo il rispetto per l’altro e impegnandoci a far crescere la sua dignità di persona».
Nell’atrio della scuola – ricorda don Celi – campeggia una foto del volto sorridente di Madre Teresa di Calcutta, incorniciato da una frase che ispira il percorso dell’anno: “Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare”. «L’esperienza di domenica è stato un tentativo di applicarla concretamente».
Il rettore dell’Istituto, don Cesare Contarini, a nome dell’intera scuola, ha ringraziato gli ospiti per aver accolto l’invito loro rivolto, i ragazzi e i professori per l’impegno e l’entusiasmo con cui l’hanno organizzato. Anche quest’anno non è mancato il sostegno del vescovo Claudio che, pur impegnato in una parrocchia lontano da Padova, ha telefonato all’inizio del pranzo per salutare i presenti e per far giungere il suo augurio di un Santo Natale.
Uno studente di quinta superiore, al termine della giornata ha commentato: «Questa esperienza mi ha cambiato dentro; condividere la mensa con una persona costretta a vivere per strada e che spesso non ha nemmeno da mangiare mi ha aperto gli occhi su una realtà che prima guardavo solo da lontano. Spero che l’esperienza si ripeta anche l’anno prossimo e, se anche sarò all’Università, tornerò ancora. Che bello fare scuola così!».