Hanno vissuto l’Europa sulla propria pelle grazie al programma Erasmus. E ora lo scrivono nero su bianco: grazie a quell’esperienza, «siamo persone migliori di come eravamo da semplici italiani».
In poche parole il sunto di una testimonianza intensa, forte, quella riportata nella lettera, scritta da alcuni studenti ed ex studenti dell’Università di Padova, e consegnata questa mattina a Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e alle autorità presenti alla presentazione ufficiale italiana del nuovo programma Erasmus Plus, ospitata dall’Università di Firenze.
Proprio alcuni «colleghi Erasmus» fiorentini hanno sottoscritto la lettera, un’idea partita dall’Ateneo patavino e coordinata dal professor Luigi Filippo Donà dalle Rose, delegato del Rettore per la mobilità europea, grazie anche all’aiuto di Franco Gobbo di AEP-ESN, l’associazione studenti Erasmus di Padova.
«Le parole di questi ragazzi ci fanno toccare con mano l’importanza di un’esperienza all’estero durante gli studi e in particolare del progetto Erasmus, che ora vede ancora maggiori risorse messe a disposizione dall’Unione Europea – commenta Giuseppe Zaccaria, Rettore dell’Università di Padova – come Ateneo siamo fortemente impegnati nello sviluppo della nostra internazionalizzazione, nel consentire ai nostri studenti di sentirsi, a pieno titolo e in modo critico, cittadini europei e del mondo permettendo, allo stesso tempo, a molti ragazzi stranieri di venire a conoscere la realtà della nostra università. Sottolineo quanto dicono gli stessi ragazzi: l’esperienza Erasmus è un qualcosa che arricchisce, fa crescere, cambia la vita di uno studente».
Si riporta uno stralcio della lettera, allegata integralmente e pubblicata sul sito www.unipd.it, in cui, anche in occasione delle prossime elezioni europee, si sottolinea e difende il concetto di Europa, una “conquista” troppo spesso, negli ultimi tempi, sotto il tiro di strumentali polemiche politiche. «Siamo cittadini italiani che hanno partecipato ad Erasmus ed hanno fatto una incredibile esperienza di cittadinanza europea, vivendo giorno per giorno la nostra vita di studenti universitari in un Paese straniero. Abbiamo vissuto, dormito e mangiato, studiato, fatto esami, sofferto, gioito, accanto a tanti altri ragazzi come noi, che provenivano dai piccoli e grandi centri dell’Europa […]
Si potrebbe pensare che noi, “generazioni Erasmus”, viviamo con distacco i continui attacchi a questa Europa, usata per giustificare crisi economiche e fallimenti politici. La realtà è che non è così. La realtà è che il concetto di Europa è così naturalmente radicato in noi, nelle nostre identità nella nostra quotidianità, che non potremmo più dirci italiani, senza, al contempo, dirci europei. La realtà è che, noi Erasmus, grazie all’Europa che abbiamo vissuto, che ci portiamo dentro, siamo persone migliori di come eravamo da semplici italiani».