Se non si trattasse di una questione serissima, ci sarebbe da scoppiare a ridere in faccia ogni volta che Luca Zaia fa una dichiarazione sul nuovo ospedale di Padova.
Questa è una breve cronologia, non esaustiva, delle dichiarazioni con tanto di data, fatte da Luca Zaia negli ultimi tre anni. Qualcuno ha detto che una promessa in politica diventa un progetto quando oltre a dire cosa farai, dici anche quando. La data nelle dichiarazioni di Luca Zaia cambia sempre.
In una affollatissima conferenza stampa del 2 luglio 2013 Luca Zaia firmando l’accordo di programma con l’allora presidente della Provincia Barbara Degani, il sindaco pro tempore Ivo Rossi e il rettore Giuseppe Zaccaria dice: «Oggi è la pietra miliare, oggi possiamo dire che si fa il nuovo ospedale di Padova», ha spiegato il presidente della Regione Luca Zaia, che ha ricordato che l’opera «costerà 650 milioni di euro».
«La posa della prima pietra verosimilmente sarà nel 2015 e i veneti potranno avere l’ospedale in 4-5 anni», ha aggiunto Zaia prima di soffermarsi sul tema dei finanziamenti. Clicca qui per leggere l’intero articolo
Passano due anni e mezzo e, nell’anno in cui secondo la precedente affermazione doveva tenersi la posa della prima pietra, Zaia promette che l’ospedale si farà nel 2018. E’ il 4 febbraio di quest’anno e Zaia dice: «La posa della prima pietra? Nel 2018».
Veniamo poi ai giornali di oggi. Il presidente della Giunta regionale, responsabile diretto della politica sanitaria promette solennemente, nove mesi dopo, «Non c’è nemmeno il problema di porsi il problema di scelte discrezionali o meno perché anche se ci fosse in carica un sindaco neoeletto dietro di sé troverebbe comunque un procedura ormai completata. Vorrei vedere chi avrebbe il coraggio di rivedere tutta la procedura. Se arriva la firma del commissario Penta siamo pronti a partire con la progettazione e, ragionevolmente, con la posa della prima pietra nel 2019».
Nessuno alla fine della conferenza stampa glielo fa notare. Applausi.
Alberto Gottardo
sullo stesso argomento leggi anche
Si chiama Teen zone, si legge nuovo su vecchio un pezzo alla volta