Sig. Presidente,
sono un pensionato di 79 anni e le chiedo scusa se le “rubo” un attimo del suo tempo prezioso.
Le vorrei far conoscere la mia situazione e gradirei un suo consiglio, se possibile.
Al termine della mia vita, ho avuto la dabbenaggine di acquistare con tutti i risparmi della mia esistenza + un piccolo mutuo una casa singola “c.d. villetta” con un piccolo giardino attorno, vecchia quasi quanto me. Ma aveva il giardinetto (450 mq), dove mi vedevo trascorrere all’aperto gli ultimi anni.
Con l’occasione del superbonus + bonus casa ho approfittato per iniziare a ristrutturarla al fine di avere qualcosa di decente.
All’inizio 2022 non trovavo una ditta edile disponibile. Tutte impegnate, al pari dei professionisti.
Avevo trovato un General Contractor. Ho lasciato perdere, perché voleva fare esclusivamente il superbonus e non dovevo “metter bocca” sui materiali, sul prezzo, sulla ditta, etc. Ho servito per una vita lo Stato e da “uomo delle istituzioni” (Ciampi mi ha pure onorato conferendomi il Cavalierato) non ho accettato e me ne pento. Al minimo avrei guadagnato in tranquillità.
Con l’aumento del 35% dei prezzi (dichiarati), ma di più nella realtà, finalmente sono riuscito a trovare sia una ditta che un professionista e iniziato i lavori.
Però, i materiali arrivavano con comodo e nel frattempo i prezzi aumentavano (preventivi a 15 gg, 50% all’ordine e la consegna a data da destinarsi), i risparmi se li mangiava l‘inflazione e sono stato costretto a ridimensionare gli interventi, anche perché avendo superato i 75 anni, nessuna banca mi concedeva un qualsiasi prestito.
Le ditte non volevano neanche sentire parlare dello sconto in fattura “troppa burocrazia e le banche mangiano quasi tutto”. Speravo fortemente nella cessione del credito. Intesa, dove sono correntista da una vita, mi ha fatto il voucher per Deloitte, dove ho cominciato a depositare i primi documenti. Speravo di cedere a SAL miei crediti e col ricavato proseguire i lavori.
Intesa chiude la cessione dei crediti per “rien va plus”. Sulla stampa leggo che le Poste accettano ancora i crediti e mi precipito ad aprire un c/c.
Sprono le ditte ad accelerare per arrivare al 30 set col 30% dei lavori fatti. Pago fatture, dichiarazioni, asseverazioni, congruità dei costi (tanta burocrazia e tante persone col tovagliolo al collo e posate in mano). Il commercialista “ho tanto da fare” se la prende comoda a depositare i documenti su Poste e anche questo istituto chiude ai crediti d’imposta. Il Governo mi concede un po’ di ossigeno con la proroga al 31 marzo e, per un attimo, al 30 giugno “dietro-front compagni”. Le Province e le Regioni accennano ad aprire (solo alle ditte, però) e subito lo Stato chiude anche questo spiraglio.
Mi rimane solo l’accredito diretto del credito d’imposta in 4 anni (superbonus) e in 10 anni (bonus).
In sostanza, sempre per diritto anagrafico, non credo di poter vedere la fine della ristrutturazione e poter morire in una casa mia (non in affitto, grazie allo Stato che per servizio mi ha imposto ben 5 trasferimenti nel corso della vita in servizio).
Il Governo non ha soldi (lo capisco, è una vita che sento lo stesso motivo), anche se, di contro, non capisco (mi si consenta) tanti ristori a pioggia (ma lascio perdere, però in agosto nel giardinetto di quartiere c’erano solo i pensionati a sventolarsi, i negozi e gli studi erano chiusi per ferie, mentre i telegiornali facevano vedere località di villeggiatura prese d’assalto. Ma non mi sembravano operai o impiegati di 30 livello).
Allora: se è vero, come è vero, che lo Stato non ha soldi e non intende fare ulteriori debiti, Le chiedo:
- Nell’ipotesi benevola che lo Stato non si rimangi anche questa possibilità, il superbonus 110% me lo dovrà restituire in 4 anni? Mi auguro e spero di SI.
- Allora, perché i miei crediti di imposta non li acquista direttamente lo Stato e invece del 110% mi restituisce 100% o anche 90% subito per poter continuare i lavori? 1° benefit per lo Stato: si terrebbe in cassa il 10 0 il 20%. Realizzerebbe già una immediata entrata per le casse dello Stato (meglio di niente) e lascio perdere tutti gli altri vantaggi, sia sociali (posti di lavoro, economia che tira, risparmio energetico etc.) e sia tributari (IVA sulle fatture, IRPEF dagli occupati in più, IRES sulle aziende, altro), tutto ciò che nel mio piccolo, sommato a tante altre unifamiliari (ce ne sono tante specie nel sud, nei paesini), posso dare alle finanze dello Stato e all’economia del Paese.
- Lei (o Giorgetti) mi risponderà che “nel frattempo e per 4 anni mancherebbero dalle casse dello Stato i miei crediti d’imposta”. Certamente, ma nell’immediato sicuramente incasserebbe il 10 0 20%. Ma, visto che il Governo vuole che il debito rimanga nelle mani degli italiani, potrebbe emettere dei Buoni al 5-6% per la durata del mio credito dimposta”4 anni’. Chi non li comprerebbe? Quale investimento dà il 5%/annuo per 4 anni? Nessuno e tra l’altro l’inflazione sta pure calando (RAI). Andrebbero subito a ruba, sia in Italia che all’estero (ho letto che per le obbligazioni ENI al 4,3 % lordo la domanda ha di gran lunga superato l’offerta). Quindi, lo Stato non solo ripianerebbe il “mio” ammanco subito, continuando a riscuotere comunque la mia IRPEF, ma ci guadagna anche il 10% nell’ipotesi di acquisto del mio credito al 90%. D’altronde, se le Banche trovavano conveniente l’operazione d’acquisto dei crediti al 104 % col restante 6% in cassa (v. foglio illustrativo di Intesa del periodo), non capisco perché non debba essere conveniente per lo Stato racquisto dei crediti al 100 0 90%.
- Ora, invece, dovrò aspettare settembre per avere indietro, ammesso che riesca ad essere vivo e capiente, un 1/4 del superbonus e 1/10 dei bonus. Troppo poco per fare qualcosa di consistente. Tra l’altro, mi costringerete a continuare a stare in affitto, lasciare ai miei figli una casa incompleta, quindi inabitabile se non con un’ulteriore loro spendita di denaro. Grazie, papà per averci costretto a rinunciare all’eredità!
- Come detto sopra, ho già 79 anni, non ho più accesso al credito per “diritto anagrafico”. Da ex uomo delle istituzioni mi ripugna, mi creda, ma runica strada che il Governo mi costringerà a percorrere è fare tutto il possibile in economia e in nero.
Complimenti! Se qualcuno (non pretendo sia Meloni o Giorgetti di persona—avranno cose più importanti da fare) mi vuol dare un consiglio alternativo e più conveniente del “nero”, me lo dia su Lavoripubblici.it (non voglio “strascichi” diretti. Però, leggo che Lei, sig. Presidente, ha ristrutturato col superbonus e il Governo pro tempore non Le ha chiuso tutte le strade), che ringrazio per i suoi articoli, che seguo da quando ho intrapreso la strada del Superbonus: “non l’avessi mai fatto”.
Sig. Presidente del Consiglio, La ringrazio per l’attenzione.
Un pensionato al binario 21 della vita