Aggressione mercoledì notte adu un barista di Teolo che ha tentao di difendere il suo bar dall’irruzione di due malviventi.Due minuti di paura che a Gianpaolo Mattiazzo, 44 anni, titolare del bar Millennium di via Euganea Treponti a Teolo, sono costati 15 punti sulla fronte e 15 giorni di prognosi, non solo per il taglio in testa, ma anche per le varie botte sul viso, soprattutto sotto gli occhi. Erano circa le 4.30 di giovedì mattina, quando Mattiazzo (che per puro caso aveva scelto di dormire nel magazzino del bar, come fa ogni tanto) ha sentito un forte rumore che lo ha svegliato attirando la sua attenzione. “Ho sentito un forte clangore, come di un rumore metallico – ripercorre quegli attimi, seduto sul divano di casa sua, a Castelnuovo in via Costanzo 34 – e dal magazzino, dove tengo una branda, mi sono diretto all’entrata del bar. In quell’istante ho visto due persone, giovani, andare verso i videopoker. Era chiaro che volessero rubare del denaro. Uno l’ho colpito due volte sulla schiena con una mazza da baseball, e devo avergli fatto del male, perché sul legno i carabinieri hanno trovato del sangue. Stanno vedendo se dalle tracce riescono a risalire ai due e prenderli”. Un colpo che però ha scatenato la reazione dei due malviventi che si sono difesi dal titolare del bar con uno sgabello. Gliel’hanno puntato contro facendolo allontanare e poi, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Abano arrivati sul posto verso le 4.50, lo hanno tramortito con un colpo secco sulla fronte che, stando al referto medico dovrebbe essere stato inferto con un bastone metallico, forse proprio il piede di porco con cui hanno forzato la porta. Quando l’hanno visto a terra, forse temendo il peggio, sono scappati. “Quando i carabinieri sono arrivati e mi hanno portato in pronto soccorso mi sono calmato”. Quella dell’altra notte è la quarta volta negli undici anni della sua gestione, che il bar Millennium, a pochi metri dalla caserma dei carabinieri di Bresseo, finisce nel mirino dei rapinatori, tanto da far nascere l’idea nella testa del suo proprietario di dormire nel magazzino per difendersi meglio dai ladri. “Sapevano cosa andavano a cercare – ammette la vittima -, ma non li conoscevo, ed escludo del tutto che dietro ci sia qualcos’altro se non la voglia di una rapina”. Pista che, se non del tutto, viene scartata in gran parte anche dagli stessi inquirenti, che vedono nell’aggressione a Mattiazzo solo l’ultimo capitolo di una rapina finita male. “Non ho paura – conclude – e in futuro tornerò a dormire nel mio bar ogni tanto. Anche se farò mettere delle telecamere per essere più sicuro”.
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