Seppure i dati presentati mercoledì 10 agosto scorso da Turismo Padova Terme Euganee abbiano dimostrato come il periodo sia tendenzialmente positivo in termini di flussi turistici per Padova-città così come per l’ambito Terme-colli, che manifestano un aumento del 6,20% degli arrivi e del 2,37% delle presenze rispetto al primo semestre dello scorso anno, il Presidente dell’Assoalbergatori Gianluca Bregolin analizza con cautela quanto emerso.
“I dati presentati ci danno fiducia nel futuro, ma la percezione che si ha passeggiando nel nostro territorio è che non ci sia esattamente la ressa e che l’alta stagione tardi ad arrivare. La mia considerazione è dimostrata anche da un Ferragosto contraddistinto da una tendenza che non si è scostata da quella degli ultimi anni, con una buona occupazione delle camere, frutto però di prenotazioni last minute, che complicano la programmazione interna alle strutture, con scarsa possibilità di organizzare la forza lavoro sia quantitativamente che qualitativamente.
Difficilmente i soggiorni si sono spinti oltre il fine settimana pur trattandosi del periodo clou delle ferie degli italiani e se pensiamo che neanche attraverso queste prenotazioni di due o tre notti si sia riusciti a fare il sold out alberghiero, traguardo che negli anni scorsi si raggiungeva, allora non posso dichiararmi soddisfatto, bensì preoccupato per l’inizio di stagione.
Guardo con ottimismo ai flussi turistici in trend crescente, ma non sono sordo alle considerazioni dei miei colleghi sulla mancata redditività delle aziende. L’incidenza dei costi del personale è direttamente proporzionale al periodo medio di soggiorno, che diminuendo nel tempo ci ha costretti ad affrontare spese molto pesanti, obbligandoci a fare ragionamenti sui dati di carattere più qualitativo che quantitativo fine a sé stesso.”
Prosegue il Presidente: “Ad analizzare in maniera più oculata i dati presentati ritengo poi che non sia del tutto corretto basarci sugli ultimi tre anni ma che, rapportandoci ad una serie storica più ampia, avremmo potuto cogliere come anche solo dieci anni fa, in un 2002 vittima dell’euro, del dopo 11 settembre, che vide un grosso crollo di flussi turistici, registrassimo numeri ben maggiori in termini di presenze.
Preferisco frenare l’entusiasmo tanto più che il numero delle impegnative presentate per effettuare le cure termali in questo inizio d’anno ha visto purtroppo una riduzione, – afferma Bregolin anche in qualità di Presidente del Centro Studi Termali – dato non trascurabile trattandosi del nostro core-business.”
“La realtà – prosegue il Presidente – è che, come affermato anche durante l’incontro in Provincia, il terreno su cui ci muoviamo è in continua evoluzione: la classificazione stessa risulta obsoleta ed istituzionale, quand’è invece commerciale, decretata dall’ospite, secondo un mercato che mira alla qualità e posiziona l’azienda più attraverso un giudizio felice o impietoso in internet, che sulla base di un listino prezzi sempre più volto a scomparire. Parliamo concretamente di “value for money”, un rapporto costo/beneficio che si traduce in “cosa ottengo per il prezzo che pago”.
Conclude Bregolin: “Personalmente, in qualità di Presidente, mi pongo l’obiettivo di fare aumentare concretamente i volumi, focalizzando l’attività sulla crescita dell’occupazione per camera e perseguendo un impegno costante in termini di qualità: dalla specializzazione e formazione dei dipendenti a quella di noi imprenditori, che non possiamo certo esimerci dal mantenerci al passo con evoluzione del mercato e la conoscenza del web in anni in cui il turismo si fa in rete più che altrove.
Prevedo ci saranno consistenti forme di investimento, anche in collaborazione con Cassa di Risparmio del Veneto, per puntare ad un rinnovamento dei nostri reparti termali. Dobbiamo trasmettere, anche a chi ci cerca per periodi più brevi di un tempo, l’enorme differenza che vi è tra il wellness alla portata di tutti e l’esperienza emozionale che offre il benessere termale collegato alle nostre acque.”