Truffe del porta a porta: un decalogo per difendersi

 

L’estate è da sempre terreno fertile per le truffe. Reati particolarmente spiacevoli, non solo perché fanno leva sull’ingenuità delle persone ma anche perché nella stragrande maggioranza dei casi colpiscono persone deboli come gli anziani, che ad agosto si trovano spesso soli in casa e con i figli fuori città, magari in vacanza con la famiglia. Juice Always on, una delle più grandi realtà d’Italia per la vendita porta a porta, ha così deciso di realizzare un vademecum che sarà pubblicato sul sito e messo così a disposizione di tutti gli utenti. Forse non tutti sanno che ogni venditore deve avere sempre con sé un tesserino d’identificazione autorizzato dalla questura, che ci sono dieci giorni di tempo per esercitare il diritto di ripensamento, che si possono effettuare verifiche e contro-verifiche per confermare quanto è stato esposto dal venditore. In sintesi, forse non tutti sanno che dalle truffe porta a porta ci si può difendere. “Si tratta di semplici regole da rispettare per evitare spiacevoli incidenti – ha spiegato l’amministratore delegato di Juice Always on Raffaele Di Nardo – la vendita porta a porta da alcuni anni è discriminata a priori, ma sarebbe come non andare in Posta per paura di far la fila o non andare in banca per paura di una rapina. Certo, gli inconvenienti possono capitare e i delinquenti sono ovunque. Ma anche qui, come in tutti i settori del commercio, essere dei consumatori informati permette di difendersi dalle truffe e di approfittare delle buone occasioni”. Per tutelare clienti ed aziende mandanti Juice ha inoltre deciso di inserire alcune “clausole di sicurezza” nella sua carta etica. Tra queste la scelta, unica azienda in Italia ad averlo fatto, di non proporre vendite porta a porta a clienti al di sopra di una certa soglia di età ben definita. Una decisione per nulla discriminatoria, ma presa esclusivamente per tutelare al massimo una clientela debole e particolarmente influenzabile (cosa dimostrato dal fatto che al di sopra di una certa età un figlio o un parente prossimo dà disdetta mediamente in 9 casi su 10). A questi clienti i venditori Juice consigliano sempre di rivolgersi, se interessati, direttamente agli sportelli o al numero verde dell’azienda in questione. “Sempre e comunque vanno tenuti in considerazione tutti gli aspetti della vendita, anche quei dettagli apparentemente insignificanti – ha infine concluso l’ad Di Nardo – ad esempio è consigliabile sottoscrivere sempre un prodotto alla volta, perché mediamente il secondo prodotto viene sempre spiegato un po’ meno bene, magari viene presentato al cliente quasi come regalo, anche se un regalo di certo non è. Un buon venditore si occupa di un solo prodotto. Per questo Juice è da sempre rigorosamente monoprodotto”.

Juice Always on è leader in Italia nel settore del direct selling. Nasce nel 1995 da un’idea di Raffaele Di Nardo e ha sede a Padova. Nel 2012 ha raggiunto i 35 milioni di euro di fatturato e i sette milioni di utile. Da anni lavora per conto di grandi marchi e aziende multinazionali come H3G, Gas de France, British Telecom, Enel, Tele2, Sorgenia, Disney, Sky e molti altri. Attualmente conta 1500 lavoratori, 1.300 dei quali venditori distribuiti in 65 filiali in tutta Italia. L’età media dei venditori impiegati è di 24 anni. Da sola Juice realizza il 25 per cento delle vendite porta a porta di tutto il settore dell’energia e del gas naturale in Italia (600 mila clienti dei 2,5 milioni che in Italia ogni anno transitano dal mercato vincolato a quello libero).

 

DECALOGO ANTI-TRUFFA

Identificare il venditore. Ovvero controllare sempre il tesserino di riconoscimento. La legge prevede infatti che ogni venditore porta a porta sia dotato di un tesserino autorizzato dalla questura contenete le generalità del venditore, una sua foto e il nome dell’azienda mandante. Juice Always on ha poi introdotto anche un ulteriore tesserino con i marchi dell’azienda mandante e il nome dell’agenzia che organizza la vendita porta a porta. Tutte le 800 squadre Juice che ogni giorno lavorano in Italia, prima di iniziare la propria giornata lavorativa comunicano in questura l’inizio dell’attività e l’area in cui opereranno.

Leggere e rileggere il contratto. Sempre e in ogni caso è opportuno farsi lasciare una copia del contratto. E’ buona norma infatti rileggere e rivedere quanto firmato a mente fredda o a qualche giorno di distanza. Magari anche sottoponendo la cosa a figli o coniugi per sentire anche il loro parere. Un amico, un figlio o un vicino di casa possono fornire riflessioni e considerazioni a cui non si era pensato.

Non rassegnarsi. Se ci si rendesse conto di essere stati raggirati o di aver firmato un contratto non vantaggioso bisogna tenere presente che ci sono sempre dieci giorni di tempo per esercitare il diritto di ripensamento. Si può quindi stare sereni e utilizzare, se necessario, questo tempo per chiarire ulteriori dubbi attraverso il numero verde dell’azienda mandante o dell’agenzia che ha effettuato la vendita.

Chiunque può cambiare idea. In caso di ripensamento all’ultimo momento, se un cliente decidesse cioè di non firmare il contratto dopo aver comunque fornito i propri dati personali o compilato in parte il modulo (eventualità molto più frequente di quanto si possa immaginare), è buona norma farsi lasciare il contratto o farlo strappare in ogni copia dal venditore davanti ai propri occhi.

Un utile aiuto: l’Istant Vocal Recall. Nel caso di contratti firmati con agenti Juice non va dimenticato che l’azienda padovana ha introdotto da diversi mesi l’Ivr, Istant Vocal Recall. Per assicurare la maggiore trasparenza e tutelare sia l’azienda mandante che il cliente un call center contatterà l’utente immediatamente dopo la firma per verificare che l’offerta sia stata esposta in ogni suo aspetto e che il cliente abbia compreso bene di cosa si tratta. Un anche minimo sospetto di truffa o raggiro può essere sufficiente per annullare la pratica e far scattare la denuncia per il venditore.

Tenere in tasca il portafoglio. Nella stragrande maggioranza dei settori, proprio per evitare truffe, mai e nessuno chiederà soldi al cliente. Nel caso di prodotti che prevedono invece un pagamento diretto, bisogna tenere presente che tutte le vendite porta a porta possono essere regolarizzate anche attraverso bonifici bancari o bollettini postali, pagamenti tracciabili che quindi possono aiutare il cliente ad ottenere risarcimenti in caso di contestazioni.

Attenzione ai dati bancari. L’unico dato bancario di cui il venditore può eventualmente avere bisogno è l’Iban. Nessun altro codice o password del proprio conto corrente deve essere richiesto né comunicato. In ogni caso il cliente, se diffidente, può rifiutarsi di comunicare anche l’Iban preferendo altre modalità di pagamento.

Mai perdere di vista il venditore. Non lasciare mai il venditore aggirarsi liberamente per la propria casa. Non perderlo mai di vista. Valutare la coerenza tra il prodotto venduto e le informazioni richieste: considerare per esempio che in una vendita di forniture di energia o gas il venditore può eventualmente chiedere di vedere una bolletta e il contatore della luce e del gas per recuperare dei codici fondamentali per il contratto. Ma nulla più. In ogni caso non lasciarlo mai solo.

L’importanza dei recapiti. Farsi sempre lasciare un numero di rete fissa (non un semplice cellulare) dell’agenzia periferica che ha incaricato il venditore. Non farsi problemi ad alzare la cornetta e a chiedere informazioni o conferme.

Attenzione ai dettagli. E’ sempre utile alzare il livello di attenzione se il venditore si presenta ad orari strani, dimostra una certa fretta nel chiudere l’affare, glissa su alcuni aspetti contrattuali, spiega in maniera approssimativa alcune clausole o, ancora, se dopo la firma di un contratto tira fuori un secondo prodotto “quasi in omaggio”. Mai e poi mai lasciare documenti originali (d’identità, bollette o altro). E comunque essere sospettosi di fronte ad atteggiamenti che appaiono insoliti.