Uno spacciatore clandestino tira un sasso contro la volante della polizia, dopo essersi disfatto di due bustine di droga cerca di fuggire ai poliziotti che lo ammanettano mentre lui li insulta. Ed il giudice gli da ragione, non convalidannone l’arresto. E’ quanto succede a Padova, a riferirlo è il sindacato di Polizia Coisp che ha mandato una lettera di protesta rivolta al ministro dell’Interno, della Giustizia ed al presidente del tribunale di Padova.
“Quanto accaduto a Padova nel pomeriggio dello scorso 21 luglio – scrive il Coisp nella lettera che riportiamo integralmente – purtroppo, è una scena già vista e rivista molte volte.
Un gruppo di soggetti, alla vista dei poliziotti, si dava alla fuga ed uno spacciatore tunisino, già arrestato 10 giorni prima, veniva inseguito dalla pattuglia. Durante le fasi dell’inseguimento lo straniero lanciava anche un sasso contro il parabrezza dell’auto di servizio, danneggiandolo.
Alla fine i poliziotti riuscivano a raggiungere e bloccare il soggetto, il quale opponeva notevole resistenza all’arresto, coinvolgendo in una colluttazione gli Operatori i quali, a fatica, riuscivano ad ammanettarlo.
Avendo esaurito ogni altra possibilità, il malvivente passava alle minacce dirette agli Operatori, utilizzando il solito “italiani razzisti – io vi denuncio” che ormai accompagna ogni tentativo di far rispettare le leggi italiane da parte delle Forze dell’Ordine.
Ogni momento del successivo accompagnamento in Questura per la redazione degli atti e la convalida dell’arresto, è stato accompagnato dalle minacce, dai tentativi di far desistere gli Operanti dal proprio dovere, fino a giungere a fingere malori.
Una storia all’ordine del giorno, negli Uffici di Polizia di tutta Italia.
A Padova il copione si è ripetuto, con l’aggiunta di due poliziotti con prognosi rispettivamente di 8 e di 25 giorni per le lesioni subite durante le fasi dell’arresto..
Ma quanto è accaduto il giorno dopo, nell’aula del Giudice monocratico del Tribunale di Padova, Dott.ssa Bello, ha, secondo noi Rappresentanti delle Forze dell’Orine, dell’incredibile.
Il Giudice infatti, non ha convalidato l’arresto dello straniero, pregiudicato, che si era disfatto di due bustine di droga durante l’inseguimento, che ha danneggiato l’auto della Polizia ed aggredito i poliziotti, che ha sbeffeggiato le divise e lo Stato Italiano per tutto il giorno.
Non risulta però che il Giudice abbia discrezionalità quando l’arresto sia stato eseguito legittimamente; recita così l’art. 391, comma 4: “quando risulta che l’arresto è stato legittimamente eseguito il giudice provvede alla convalida con ordinanza” cui rinviano le disposizioni sul giudizio direttissimo (art. 449); d’altra parte l’immediata liberazione è prevista (per il Pubblico Ministero) dall’art. 389 che dice ” se risulta evidente che l’arresto è stato eseguito per errore di persona o fuori dei casi consentiti dalla legge “.
Le motivazioni del Giudice Bello sono chiaramente descritte nel verbale: “ritenuto che la richiesta di misura cautelare in carcere non possa essere accolta, difettando i gravi indizi a carico del prevenuto”, disponendo l’immediata liberazione dell’indagato.
Quindi o i poliziotti hanno commesso un falso ideologico o il Giudice è fuori legge!
Sappiamo bene che il giovane tunisino è un portatore di problematiche sociali che vanno al di là della sua persona ma non pensiamo che le problematiche dei criminali possano essere risolte nelle Aula di Giustizia.
E noi, poliziotti e cittadini, vorremmo vedere un fine nel nostro lavoro e poter godere di un qualsiasi parco cittadino che non sia territorio di spacciatori!
Ma vorremmo anche capire perché un giudice ha deciso di lasciare di fatto impunito un soggetto imputato di lesioni, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Noi possiamo continuare a non capire quali mondi reali vengano immaginati da Giudici che si dimostrano totalmente scollegati dalla realtà nella quale accadono questi fatti.
In altri Stati i Giudici devono passare un po’ di tempo con la Polizia, per la strada, prima di completare la propria carriera e poter sedere sotto alla scritta “La Legge è uguale per tutti”.
E’ difficile sottrarsi all’impressione che in Italia certi giudici non leggano nemmeno i giornali, non conoscano il territorio in cui vivono, né i veleni che stanno deteriorando la nostra società.
Non riteniamo che liberare uno spacciatore violento sia stato un gesto di “generosità”, di umanità né di giustizia e chiediamo a Lei Signor Ministro di aprire un’indagine formale su quanto accaduto.
Sappiamo che chi delinque e viene lasciato impunito, non se ne andrà mai dall’Italia, non ne rispetterà mai le leggi né chi viene chiamato a rappresentare lo Stato e rischia la vita tutti i giorni per questo”.
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