Oggi un tunisino è morto accoltellato da un connazionale all’interno delle Cucine Popolari. La morte di una persona è sempre un motivo di dolore e di cordoglio ed esprimo anche la massima solidarietà a Suor Lia, e a tutti i volontari delle Cucine Popolari, in prima fila per assistere i tanti poveri, italiani e immigrati, che vivono nella nostra città e che nelle Cucine trovano un minimo, ma essenziale, aiuto. Questo ulteriore fatto di violenza a Padova impone a tutte le istituzioni e a tutti i cittadini una riflessione sui fenomeni criminali che le nostre città stanno subendo, Città lasciate sole nell’affrontare problemi epocali come quello dell’immigrazione. Lacriminalità, l’illegalità, il degrado urbano, l’insicurezza che ne deriva, come ogni fenomeno sociale, possono essere fronteggiati e fortemente ridimensionati se si comprendono e si affrontano nella loro origine. Se, ed è purtroppo una convinzione diffusa, si pensa di risolvere questi fenomeni, quando sono oramai dispiegati, utilizzando azioni di contenimento e di repressione i risultati saranno sempre assai modesti anche quando l’azione di repressione è efficace (l’assassino di oggi è già stato arrestato). Peggio ancora quando qualcuno pensa di agitare e denunciare i problemi senza cercare una soluzione, magari con l’evidente obiettivo di trarne un vantaggio di consenso, politico ed elettorale. Non basta denunciare, fare diagnosi approssimative, scaricare le responsabilità sulle spalle di qualcun altro, occorre trovare delle terapie e il concorso di tutte le istituzioni (Governo, Regione, Comuni, Polizie ecc.) è un presupposto necessario per una risposta seria. Chi gioca a contrapporre le Istituzioni non cerca soluzioni perchè non esiste una soluzione “magica”, immediata, serve un lavoro lungo, impegnativo e di tutti. E bisogna intervenire prima, all’inizio, nel caso dell’immigrazione con politiche serie sugli ingressi, con strumenti efficaci per le espulsioni e con politiche vere di integrazione. Oggi siamo carenti su tutti e tre i punti. Non riusciamo a regolare gli ingressi ed entrano persone che non hanno le caratteristiche per restare in Italia; dichiariamo che vanno espulsi tutti gli irregolari e in realtà non riusciamo ad espellere neppure chi delinque, ad esempio gli spacciatori; le persone che entrano, anche quando richieste dalle nostre aziende o dalle famiglie, non hanno i necessari supporti per inserirsi, per integrarsi con il rischio di una marginalizzazione dell’immigrato dalla quale possono nascere ulteriori elementi di degrado. Chi contrappone -da destra o da sinistra- la prima parte delle iniziative con la seconda a mio parere non vuole risolvere la questione. Il primo passo, quindi, per dare risposte concrete al problema è farla finita con la demagogia di chi cerca un facile consenso e non le risposte (pensate alla vicenda moschea e all’atteggiamento leghista che nulla ha a che fare con le soluzioni), dobbiamo chiedere al Governo una politica sugli ingressi e sulle espulsioni per chi delinque, rivendicare le risorse ai Comuni per politiche di integrazione: ovvero riconoscimento di diritti ma anche rispetto dei doveri, capacità di far rispettare le regole della convivenza civile.
Flavio Zanonato