“Tutti al fresco”. Si è giocato sul doppio significato della frase e sulla presenza di un frigo pieno di gelati, il flash mob organizzato oggi poco prima di mezzogiorno da Federcontribuenti in piazza Castello a Vicenza per rilanciare i prossimi appuntamenti di lotta dei risparmiatori azionisti di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza.
“Qui vicino – ha spiegato Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti – è agli arresti domiciliari nella sua maxi villa palladiana l’ex amministratore delegato di Veneto Banca Vincenzo Consoli. A pochi passi la sede di Confindustria, già presieduta da uno degli indagati nel crack Banca popolare di Vicenza Giuseppe Zigliotto. Se costoro pensano che passata l’estate ed arrivato Atlante i piccoli soci se ne faranno una ragione della perdita totale di valore dei propri titoli, si sbagliano di grosso. Consoli sta al fresco nella sua villa, noi con 20 azioni di Veneto Banca che fino a un paio di anni fa valevano 840 euro, adesso possiamo al massimo comprare un gelato, visto che sono diventate carta straccia, valutate 10 centesimi. Ma da settembre ritorniamo a combattere”.
Tra le tappe elencate da Marco Paccagnella c’è un convegno che si terrà a Padova a fine settembre a cui verranno invitati tutti i parlamentari del Veneto per puntare in sede di finanziaria all’individuazione di fondi ad hoc come paracadute per i piccoli azionisti delle banche popolari venete. In questa direzione va anche una giornata di studi che Federcontribuenti vuole portare dentro il parlamento entro la discussione della finanziaria stessa. Ed inoltre vanno avviate le azioni legali che possano portare al riconoscimento dei diritti dei risparmiatori e contestualmente le responsabilità civili e penali degli ex amministratori, revisori dei conti compresi.
“Non ci daremo per vinti – spiega Paccagnella – fino a quando non avremo messo al sicuro i risparmi almeno dei piccoli azionisti, cioè di quelli con quote del valore fino a 100mila euro. Se la legge è uguale per tutti perchè gli azionisti di Banca Etruria, Banca Marche e CariFerrara per esempio, hanno visto entrare in campo il fondo interbancario di garanzia dei depositi mentre i piccoli risparmiatori delle popolari venete sono stati lasciati in mutande? La politica veneta non può sottrarsi a questa domanda. A settembre vogliamo le prime risposte”.
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