E’ stata una campagna elettorale orrenda, e mica solo dal mio punto di vista. Lunga sei mesi e nonostante tutto questo tempo, fatta di scontri tra fazioni più che di esposizione di idee. Prima tutti contro Bitonci, poi le opposte coorti della sinistra che si dicono sui social di tutto: i “nuovi” infarciti di ex assessori che accusano di essere il “vecchio” gli ex compagni di maggioranza e di giunta. Sessantenni che hanno fatto più girotondi delle mie figlie al parco. Poteva bastare così e invece negli ultimi giorni ancora fake news, messaggi whatsapp che fanno venir voglia di lanciare il telefono contro un muro e addirittura polemiche sui morti, in occasione dei poveri Mazzola e Giralucci.
Da una parte Bitonci attacca Daniela Ruffini, dall’altra non si risponde nè difendendola, nè chiarendo se l’esponente di Rifondazione Comunista sarà in effetti assessore o semplice consigliere. Anzi, si ribatte con decaloghi che assomigliano alle sette piaghe d’Egitto che squasseranno Padova se l’ex sindaco sfiduciato rimonterà in sella alla città che l’ha disarcionato. In due parole? diarrea elettorale. Se continua così mi sa che l’unico effetto di questo scontro tra ultras inferociti sarà l’abbandono da parte dello stadio degli spettatori/elettori moderati, inorriditi da tanta mediocre trivialità.
Scriveva ieri Davide D’Attino, cronista del Corriere del Veneto: “Il bello è che certi WhatsApp virali, infarciti di falsità e cattiverie nei confronti dei rispettivi avversari e quindi prodotti da entrambi gli schieramenti, arrivano anche a noi cronisti.
Livelli mai così bassi, davvero”.
Io cronista non lo sono più. Da questa campagna elettorale mefitica mi sono tenuto il più lontano possibile. Ho votato per Sergio Giordani tra mille perplessità, e lo farò, ancora più perplesso tra una settimana. A meno che compaiano all’orizzonte alcune idee di città che non siano supercazzole del nuovo su vecchio (dopo che tre anni fa c’era un accordo di programma firmato e dei progetti seri sull’ospedale a Padova ovest) e denigrazioni continue nei confronti di un avversario che sul piano degli insulti delle fake news e degli insulti, non teme nessuno. Massimo Bitonci lo si supera con l’unità vera, non di facciata, del popolo moderato e riformista, e con una buona politica. Tutto il resto è un nuoiosissimo scontro tra buoni a nulla pronti a tutto pur di conquistare una piccola miserabile fetta di potere.
Buona campagna elettorale a tutti quelli che credono nella buona politica e che, immagino, come me ne hanno una gran sete.
Alberto Gottardo