Indietro tutta!. Non è il titolo del famoso programma di Renzo Arbore, pieno di personaggi surreali, ma il surreale ordine impartito dal governatore del Veneto Luca Zaia ai suoi sul delicatissimo tema dei vaccini. Dopo tre giorni sulle barricate del fronte no vax, Zaia suona la ritirata dopo che persino assessori della sua maggioranza avevano iniziato a sparare a palle incatenate contro la determina del dirigente della sanità che andava contro la legge nazionale.
Uno scivolone commentato con un certo trionfalismo da parte dei suoi avversari, Alessandra Moretti in testa che nella giornata di ieri aveva avuto una posizione molto netta. Più prudente la valutazione del Movimento 5 stelle, da sempre cassa di risonanza degli anti vaccinisti.
Questa la posizione del governatore del Veneto Luca Zaia:
Il Veneto ha deciso di sospendere temporaneamente il decreto di moratoria di due anni per l’applicazione delle norme sui vaccini. La decisione è stata resa nota dal governatore Luca Zaia.
Contestualmente è stata presentata la richiesta che venga portato al Consiglio di Stato il quesito sollevato riguardo ai tempi di applicazione per le iscrizioni dei non vaccinati da 0 a sei anni negli asili nido e scuole di infanzia.
Zaia rileva che il direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan gli ha scritto una lettera nella quale «conferma la sua posizione» riguardo all’interpretazione della legge sul fronte della possibilità «di fare un moratoria fino al 2019 per i bambini dai zero ai sei anni già iscritti agli asili o scuole d’infanzia privi di vaccinazione, interpretazione non condivisa dal ministero».
«Mi ha comunicato – rileva Zaia – di sospendere temporaneamente con decisione autonoma, come peraltro avvenuto nella formulazione del decreto; di confermare l’interpretazione autentica della legge e di chiedere che l’amministrazione regionale si possa attivare per un parere autorevole rispetto a questo contenzioso. Pertanto – sottolinea Zaia – alla comunicazione fatta da Mantoan sulla sospensione confermo che chiediamo che venga inoltrato il quesito direttamente al Consiglio di Stato, istituzione deputata a dare una interpretazione autentica per Regione e ministero del testo di legge».
“Apprendiamo con soddisfazione la decisione del Veneto di allinearsi alla normativa nazionale”, ha dichiarato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.