“Non mi interessa quello che succede nel 2013 – ha detto Walter Veltroni rispondendo alla prima domanda postagli dal direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello – io credo che sia ora che Berlusconi si tolga di mezzo. La banca centrale europea ha i suoi diritti nel chiedere garanzie sui saldi della manovra. Siamo ad un passo dall’usare la parola che fa tremare, recessione. La situazione non è angoscia solo per la situazione degli indici o lo spread. Lo spread è 20 punti base in più rispetto a quello spagnolo rischiamo di aggravare situazione. Il Wall Street Journal ha scritto che Berlusconi non ha smesso di fare danni all’Italia (clicca sul link per leggere la notizia), ma anzi ha iniziato a farne all’Europa. E credo che questa sia una fotografia fedele della condizione in cui ci troviamo.
Russello ha posto poi una ipotesi a Veltroni: “Poniamo che Berlusconi se ne vada e si vada a votare non mi sembra che il Pd abbia un appeal sufficiente a raggiungere il consenso della maggioranza degli italiani…
“Credo che di fronte ad una situazione in cui tutti i partiti sono spaccati, basti guardare a Bossi che non ha più la leadership – ha detto Veltroni -, andare a votare sarebbe un errore che sbriciolerebbe il Paese. Ma non si può nemmeno continuare in questa condizione. La vicenda delle tre manovre è una cosa allucinante: l’11 agosto abbiamo assistito alla prima manovra, poco dopo Ferragosto altra manovra partorita a casa di Berlusconi, durata appena 24 ore e confessata sotto lo sguardo attonito dei mercati finanziari. Le elezioni sarebbero una follia: il paese ha bisogno di un governo istituzionale. Non ci vuole Machiavelli per capire che il Paese non può andare ad elezioni in queste condizioni. E’ il momento delle persone serie perchè se andiamo avanti così ci vuole un’altra manovra tra qualche mese e poi un’altra. L’Italia ha bisogno di riforme e per fsrle occorre che al timone del Paese si metta un gruppo di persone serie e credibili da un punto di vista internazionale Vincere le elezioni non è il fine, il fine è cambiare il Paese”.
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