“Mi dichiaro prigioniero politico”. Queste le prime parole di Luciano Franceschi, il commerciante di Borgoricco (Padova), arrestato lunedì mattina dai carabinieri dopo che aveva sparato due colpi di pistola al direttore del Credito cooperativo di Campodarsego al termine di una lite per la gestione di un fido dell’azienda di famiglia. Il 58enne, noto esponente delle organizzazioni venetiste che si rifanno all’assalto al campanile di San Marco del 1997, aveva rifiutato ieri l’assistenza dell’avvocato d’ufficio in quanto “rappresentante dello Stato italiano”. Il legale d’ufficio, avvocato giovanni Lamonica, ha assistito il commerciante nel corso dell’udienza di convalida d’arresto in carcere di fronte al giudice Cristina Cavaggion. Al giudice Franceschi ha raccontato di non avere avuto l’intenzione di sparare al direttore della banca, Pier Luigi Gambarotto, che lo aveva ricevuto nel suo ufficio. I due colpi esplosi dall’arma di Franceschi sarebbero stati esplosi, secondo il racconto del commerciante, che rimane rinchiuso nel carcere circondariale in attesa della conclusione delle indagini, sarebbero partiti accidentalmente. Intanto le condizioni di Pier Luigi Gambarotto rimangono critiche nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Camposampiero (Padova) ed i medici non hanno ancora sciolto la prognosi sul paziente, raggiunto all’addome da due colpi di pistola esplosi da distanza ravvicinata
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