Il sindaco Flavio Zanonato domani raggiungerà i cinquanta studenti padovani che in questi giorni stanno prendendo parte al Viaggio della Memoria ai campi di concentramento di Terezin , Flossemburg e Dachau, organizzato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Padova. Al viaggio, che si concluderà venerdì 20 novembre, partecipano nove Istituti Superiori della città e una delegazione composta dall’assessore alle Politiche scolastiche e giovanili Claudio Piron, da Davide Romanin Jacur, da Gadi Luzzato Voghera e dalla professoressa Federica De Maria.
“Eccoci ancora una volta in viaggio per preparare la giornata della memoria del 27 gennaio 2010,- commenta l’Assessore Claudio Piron – Siamo partiti martedì 17 novembre alle 5.45 e siamo arrivati a Praga alle 18.45. Un viaggio attraverso un pezzo d’Europa che ha vissuto sulla propria pelle i disastri del nazismo. Nella nostra aula viaggiante abbiamo “fatto scuola” per molte ore dibattendo e commentando i videorealizzati dagli studenti che hanno viaggiato nei mesi scorsi. Una preparazione intensa per essere pronti ad affrontare la visita di oggi (18 novembre) al campo di Terezindove furono uccise 35mila persone colpevoli di essere ebree. la prima lezione di educazione civica di questo viaggio della memoria è stata dura ma indispensabile affinché nessuno possa dire: io non sapevo. Accompagnare i giovani studenti delle scuole superiori nelle visite ai campi di concentramento e di sterminio simboli tragici di un’Europa distrutta dalla barbarie della guerra e delle dittature che hanno generato i mostri della persecuzione razziale, delle camere a gas e ancora dei gulag e delle foibe è per questa Amministrazione un impegno che si rinnova per riprendere il filo della storia e della memoria a settant’anni dall’inizio della seconda guerra mondiale (1 sett. 1939). Un percorso privilegiato per la formazione culturale, civile, morale delle nuove generazioni”.
Il viaggio prevede la visita ai campi di concentramento di Terezin, Flossemburg e Dachau e al ghetto della città di Praga.
Nei dodici anni della sua esistenza il campo di concentramento di Dachau ha registrato più di duecentomila prigionieri, ma non è possibile stabilire il numero dei deportati non registrati. Dachau fu un campo modello nel quale furono sperimentate e messe a punto le più raffinate tecniche di annientamento fisico e psichico degli oppositori del regime. Poco prima della liberazione le SS distrussero gran parte dei loro documenti ufficiali, per evitare che essi potessero venire usati come prova a loro carico.
Dopo i campi di concentramento di Dachau, Sachsenhausen e Buchenwald fu eretto il campo di Flossenburg, nella zona a nord-est di Norimberga. Il luogo, abbastanza appartato, aveva nelle vicinanze una miniera di granito che fu sfruttata con il lavoro dei prigionieri. Il lager era grande e costituito da una trentina di baracche di legno ad un piano, ben allineate e tutte uguali, inoltre vi erano edifici di servizio: cucina, lavanderia, disinfezione, officine, prigione ed il piazzale per l’appello. Il campo era circondato da un’alta recinzione di filo spinato percorso da corrente elettrica affiancato da più torri di guardia.
Insieme a 74 campi e comandi esterni, Theresienstadt, in polacco Terezín, dipendeva da Flossemburg e fu originariamente concepito per l’imprigionamento di ebrei privilegiati provenienti dalla Germania , dalla Cecoslovacchia e dall’Austria. La città di Terezín era già conosciuta per i numerosi artisti che vi risiedevano e per la ricca vita culturale e, dopo lo scoppio della guerra, molti importanti artisti, diplomatici, letterati e giuristi vi vennero deportati, trovandovi, nella maggior parte dei casi, la morte. La comunità ebraica di Theresienstadt si assicurò che tutti i bambini deportati potessero continuare il loro percorso educativo. Quotidianamente si tenevano lezioni ed attività sportive; inoltre la comunità riuscì a pubblicare una rivista illustrata, Vedem, che trattava di poesia, dialoghi e recensioni letterarie ed era completamente prodotta da ragazzi di un’età compresa tra i dodici ed i quindici anni. Alla conclusione del conflitto degli oltre 15.000 giovani lettori solo 1.100 erano ancora in vita, ma altre stime riducono ulteriormente il numero a 150.