Vorrei essere un vigile urbano di Albignasego per un giorno

 

Vorrei essere un vigile urbano per un giorno. Vorrei esserlo ad Albignasego. Per capire in base a quale logica a una macchina parcheggiata sullo spazio riservato al carico e scarico, che espone il talloncino arancione distintivo di una grave disabilità motoria, la mia, si fa la multa.

Mi è capitato questa sera. E siccome non sono un vigile urbano, quando ho visto il fogliettino della multa sul parabrezza, proprio a coprire in prospettiva il talloncino con l’uomo stilizzato in carrozzina, ho provato tanta rabbia. Ero entrato quaranta minuti prima dentro al supermercato. Nel parcheggio i posti riservati ai disabili erano tutti occupati. Ho scelto di parcheggiare nella lunga piazzola del carico e scarico perché è la più vicina all’entrata. E quando hai come me una gamba sinistra massacrata da una dozzina di punti di frattura, e cammini su un tallone che è stato ricostruito attraverso tre operazioni in chirurgia plastica, dover camminare qualche decina di metri in meno, specie in una giornata umida come quella di oggi, fa la differenza.

Ho chiamato un mio amico, Adolfo Cappelli, presidente dell’Aua, si è messo a ridere, ha detto che la multa non la devo pagare, che basterà presentare ricorso.

Ricorrerò, e forse la multa verrà annullata. Mi rimane la rabbia di aver trovato quel foglietto sul parabrezza. Perché copriva un talloncino che non ti danno a caso, e che è il simbolo di un dolore autentico, e purtroppo che non si può annullare. Vorrei essere un vigile urbano per un giorno per capire perché mi hanno fatto una multa così. E forse se il vigile urbano che l’ha firmata passasse un giorno con una gamba nelle mie condizioni, capirebbe perché mi sono arrabbiato.

Alberto Gottardo