Non è un “giorno dopo” qualsiasi.
Contiene al di là di sentimenti di delusione per le sconfitte dei nostri candidati tanti moniti. Tutti coloro che hanno responsabilità nel Pd a partire dal gruppo dirigente nazionale sono obbligati a prenderli sul serio.
Primo monito : ogni progetto di riforme radicali per cambiare il Paese (come meritevolmente sta portando avanti il Governo ) ha bisogno di essere accompagnato da un lavoro costante di informazione e discussione nel territorio soprattutto sui suoi aspetti più complessi pena il rischio di non essere compreso ne’ tantomeno condiviso.
A questo serve il Partito Democratico nei territori e a tal fine ci deve essere un lavoro collettivo che assicuri questa azione costante e coordinata. Questo legame è’ stato largamente sottovalutato e i risultati deludenti di molte realtà lo certificano in modo spietato. Difficile dire se sia successo per sottovalutazione o per calcolo ma quel che è certo che non deve più succedere e vanno assunte in fretta decisioni che assicurino in tutto il Paese una conduzione del Pd accurata e condivisa capace di contrastare il rischio grave di riduzione progressiva del nostro insediamento organizzativo ed elettorale. Questo vale in misura maggiore per il Veneto, dove salvo poche eccezioni a sconfitta segue sconfitta…..
Secondo monito : Non è’ questione ne’ di rottamazione ne’ di lanciafiamme ma azione costante di esercizio dei ruoli che nel Partito pur ci sono ma spesso sono restati puramente formali. Essi vanno dunque rivisti dove è necessario non per cercare qualche capro espiatorio ma per ri-costruire una comunità politica che sappia stare insieme, essere portatrice di una cultura politica riformista ed innovativa e al tempo stesso uno spazio aperto in cui possano confrontarsi e portare contributi i cittadini e le diverse rappresentanze sociali.
Terzo monito : l’imminente referendum costituzionale deve vedere il Pd impegnato in tutte le sue anime per l’esito favorevole senza comportamenti elusivi o peggio negativi.
Affinché ciò accada serve sviluppare con chiarezza ed onestà intellettuale il dibattito sul tema della riforma della costituzione e sui suoi contenuti più rilevanti ricercando tutte le possibili convergenze anche oltre il Pd.
Vanno lasciati sullo sfondo gli scenari di cosa può’ succedere in caso di mancata approvazione. Questo atteggiamento al di là’ di ogni intenzione stimola una innaturale aggregazione di tutti i contrari, a prescindere dalle motivazioni. Quanto cio’ sia pericoloso l’abbiamo purtroppo sperimentato in questi ballottaggi dove lo sport preferito è’ stato “tutti uniti contro il candidato Pd !!”
Sen. Giorgio Santini
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